giovedì 30 dicembre 2010

Sara' l'ultima?

Parlo della neve...  e finalmente, visto che, da quando e' finita la stagione dei monsoni (settembre), ha piovuto una sola e patetica volta! Abbiamo avuto un autunno e inizio di inverno incredibilmente caldi, per questo zona. Un paio di settimane fa si era fuori i maglietta e calzoni corti... molto insolito!
E' da ieri sera invece che c'e' una tormentona di quelle tremende ed e' iniziato a nevicare da 10 minuti.
Le montagne sono immerse nelle nuvole, ma non vedo l'ora di ritrovarle - coperte di neve!

Be', in caso non ci si senta piu', buona fine d'anno e buon inizio!

lunedì 27 dicembre 2010

Come ci vedono gli americani ( e non solo...)

Per gli americani, la lingua italiana e' una serie di suoni sincopati, erre rotolate in modo esagerato accompagnati da azioni melodrammatiche e teatrali. Quando imitano la nostra parlata, sembra che suonino il tamburello con la lingua (classico e' l'episodio di Family Guy a proposito). Cosi' come quando noi cerchiamo di imitare la cadenza americana (chi si ricorda la canzone di Adriano Celentano quando cantava "PrisincolinaSCIOnalciusol" o giu' di li'???), sembra che usiamo la lingua come una molla...

Per chi vuole farsi qualche buona risata, e' un "must" guardare Saturday Night Live, uno show con scenette  e parodie che e' trasmesso da New York, appunto dal vivo il sabato notte, una trasmissione che ha lanciato nel corso dei suoi 35 anni comici come Dan Akroyd, John Belushi (dalle loro scenette e' derivato "The Blues Brothers"), Eddie Murphy, Steve Martin, Bill Murray, Billy Crystal, John Candy, Martin Short... insomma, ogni comico che voglia diventare famoso sogna di lavorare nel SNL. Quello che mi diverte tantissimo e' che ogni settimana una persona famosa, di solito un attore o attrice, fa da "host", da conduttore, e diventa come tale, parte delle scenette, spesso prendendosi in giro e diventando macchietta di se stesso.

Una scenetta ricorrente e divertentissima, almeno per me, e' "La rivista della televisione con Vinny Vedecci" dove viene esageratamente ritratta un'Italia dove la televisione e' urlata, dove si fuma sempre, si da da bere ai bambini (invidia?), dove le donne vengono "oggettificate" (ma no?), dove tutto finisce sempre a tarallucci e vino...  E' come guardarsi allo specchio, e scoprire di avere un brufolo sul naso di cui non sapevamo l'esistenza!

Dicevo, per me e' divertente ma immagino che qualcuno possa trovarlo offensivo...
A parer mio, SNL e' un ottimo modo per migliorare l'inglese e contemporaneamente farsi delle belle risate!

Qui Vinny Vedecci (Bill Hader) intervista Julia Louis-Dreyfus... (le scritte sono al contrario, ma immaginatevi novelli Leonardo...)

(L'intervista con Drew Barrymore che avevo inserito originariamente non viene vista fuori dagli US, ma potete sempre sperare con questo link, http://www.hulu.com/watch/101511/saturday-night-live-vinny-talks-to-drew)

domenica 26 dicembre 2010

La terza EFFE: la famiglia.

Ah, la famiglia! Quasi un'interlocuzione a la Soprano, ma il mio tono (e la mia espressione, anche se non potete vederla) rispecchiano piu' delusione e confusione, che non un desiderio di eliminare e gettare in una colata di cemento fresco qualcuno (oddio, ogni tanto pero'...)

Quando dico "famiglia", mi riferisco a 3 gruppi distinti di persone: quella di mia provenienza, quella  di provenienza di J, acquisita via matrimonio, e quella "nostra' con lui creata.

La famiglia  di J e' stato il mio primo shock americo-culturale, provenendo dall'Italia di 17 anni fa, quando i divorzi erano ancora rari, le famiglie miste ancora di piu'... mi son trovata di fronte a parenti con diversi divorzi alle spalle, figli da 2 o piu' partner diversi, figliastri a destra e a manca... Ho sempre adorato i miei suoceri, per il loro modo "rilassato" di vivere, accettando situazioni a dir poco assurde, situazioni che loro, essendo di "vecchia scuola", ritenevano sicuramente "immorali", ma senza giudicare troppo...
L'altro lato della medaglia di questo atteggiamento aperto e' che, vista la mancanza di una certa disciplina (e in certi casi, di una bussola etico-morale), la maggior parte dei parenti (figli, nipoti, pronipoti)  ne ha approfittato largamente, continuando a fare gli stessi errori, sapendo che poi qualcuno li avrebbe "salvati", non una, ma tre, quattro... dieci volte.
Insomma, una situazione famigliare a conferma che ad essere troppo buoni si rischia di diventare coglioni.

La famiglia da cui provengo e', a sua volta, un grande esempio di assenza di comunicazione e di aspettative malguidate. Lo dico con un po' di invidia nei confronti di chi ha una relazione profonda o almeno onesta con le proprie sorelle e/o fratelli, cosa che manca a me: ho due sorelle e non ci si parla con nessuna, siamo come tre lati spezzati di un triangolo. Bella roba, vero? I miei, in mezzo, non so bene cosa pensino. Probabilmente che hanno cresciuto 3 teste di rapa. Si illudevano di aver cresciuto 3 persone oneste e  intelligenti, ma devono aver inavvertitamente sbagliato qualche ingrediente, si sono dimenticati qualche innaffiatura, perche' si ritrovano invece con tre persone che hanno difficolta'a comunicare con onesta' tra di loro, che agiscono come dei bulletti da quattro soldi (se non fai come dico, non ti parlo piu', o ti minaccio o ti sputtano), tre persone che invece di spalleggiarsi nell'affrontare le difficolta' della vita, hanno deciso di prendersi a spallate.
Quali siano i motivi alla base di questa disonesta', non e' facile e dirsi. Secondo la mia umilissima opinione, di base esiste una sorta di invidia, di competizione o, come si dice qui, di "one-upping", cioe' cercare di salire un gradino piu' in alto dell'altra, quasi per cercare la conferma che una e' piu' amata/importante/bella/ricca/di talento/etc. etc. dell'altra. Mettiamo poi in gioco la carta "jolly" rappresentata dalle altre persone che entrano a far parte dell'equazione (mariti, fidanzati, cognate, amici, etc.) e si capisce bene che, siccome forse non e' mai esistito un rapporto vero ed onesto tra di noi, l'opinione di un amico o di una cognata diventano piu' importante dell'opinione che abbiamo noi, l'una dell'altra.  Un momento, che mi gira la testa dalla confusione...
In favore di J, devo ammettere che lui mi ha sempre detto di non agire di impulso e di "take the highway" in pratica di non abbassarmi al comportamento di chi mi provoca. Lui, pur avendo un rapporto flebile se non inesistente con le sue sorelle e suo fratello, invoca sempre l'importanza della famiglia, quindi e' dispiaciuto quanto me nel vedere perire una relazione, seppur minima e a distanza, tra noi sorelle.
Come diceva il vecchio parroco della chiesettina di qui, una volta parlando dei propri famigliari "You don't have to like them. You have to love them". Non devono piacerti, devi amarli. 
Piu' facile a dirsi che a farsi pero', quando hai a che fare con persone che raramente si mettono in dubbio, che fanno fatica ad accettare le regole altrui e che difficilmente riconoscono di essere in torto. Ma tant'e'. Devo amarle nonostante non mi piaccia il modo in cui si comportano/si sono comportate, Sperando ovviamente, che anche loro agiscano nello stesso modo verso di me e che il rapporto che, nel bene e nel male, si e' creato nel corso degli anni, non sia stato solo un castello di carte.

Viste le premesse, tremo al pensiero che queste due situazioni possano ripetersi anche con i miei figli: partendo dal presupposto che spero non sia un comportamento ereditario, il mio desiderio e' di distribuire in modo equo, per quanto possibile, affetto ed attenzioni, sgridate e lodi, baci e sculacciate (virtuali, non vere, ne'!), e di non concentrarmi solo sulle qualita' dell'uno o sulle mancanze dell'altro (esempio di comportamento sbagliato da parte dei genitori: quando ero un'adolescente, i miei mi chiamavano "gufon face" prendendomi in giro, perche', dicevano, avevo sempre una faccia da gufo a casa. Fa niente che avevo occhiali, apparecchio etc, con cui convivere quotidianemente, quindi una faccia triste era anche il minimo... In retrospettiva, anche con tutte le buone intenzioni di farsi solo una risata alle spalle di un figlio, forse non e' esattamente il modo piu' effettivo per svilupparne l'autostima. Just sayin'...)

Non e' negoziabile, i miei figli devono rispettare noi genitori, gli insegnanti, i nonni e tutte le persone anziane, anche quelle che guidano a 20 miglia all'ora in autostrada,anche quando hanno regole diverse dalle nostre . Ma devono anche rispettarsi a vicenda. Stiamo infatti cercando di insegnargli a comunicare tra di loro, a dirsi se l'atteggiamento di uno interferisce con il "benessere" o le aspettative dell'altro. Cosa assolutamente non facile. Ma se c'e' una cosa che la mega-crisi che J ed io abbiamo attraversato qualche anno fa mi ha insegnato e' che una relazione che sembrerebbe finita puo' essere non solo riparata, ma anzi modificata e, utilizzando le spaccature e imperfezioni, si puo' costruirne una diversa e credo migliore. Cosi' anche nel mio ruolo di genitore, utilizzo le imperfezioni, gli "sbagli" miei e quelli di altri genitori, inclusi i miei e quelli di J, per essere una mamma migliore. Spero che i miei figli a loro volta, facciano lo stesso.

Tornando alle tre "EFFE" del Thanksgiving, sono grata di questa famiglia imperfetta, di questi quattro figli perfettamente imperfetti, di un marito imperfetto, di una relazione spesso imperfetta e tumultuosa, ma sempre in evoluzione, di una famiglia dove posso anche io essere imperfetta, e perdonata.

(Da notare come questo post mi ha portato dal Ringraziamento al Natale...)

mercoledì 15 dicembre 2010

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Per chi vive a Milano e dintorni:

il 19 Dicembre a Morimondo alle 17:00, nella famosa abbazia, ci sara' un concerto di Angelo Branduardi.

Da visitare anche il mercatino dove espongono artigiani/hobbyisti (inclusa la mia amica Gloria che, dopo essere stata la mia capa alla Hertz, ha scoperto di avere un gran talento nel creare oggetti per la casa a soggetto natura) per spendere gli ultimi euro che vi sono rimasti,  in regali!!

Per altre informazioni, cliccare QUI oppure visitate il blog di Gloria (La Natura per Hobby)

Vorrei poterci venire anche io, giuro... anche perche' quest'anno sta facendo un caldo insolito e ci vuole un po' di fantasia per sentire il Natale...

lunedì 13 dicembre 2010

Sempre per i nonni...



...che magari si sentono ispirati a venire a trovarci ancora....
Il soprannome ultimamente e' "chatterbox", chiacchierina sarebbe una traduzione approssimata, ma rilevante. Il soprannome "banshee" di potteriana memoria vale ancora, ma sta maturando anche lei e (la speranza e' l'ultima a morire) anche le urla da dinosauro col mal di pancia stanno diminuendo.
Sappiate che ora la parola "nunu" (nonno/nonna, senza distinzione di sesso) e' parte del suo vocabolario, specialmente quando accendo il laptop...
Chi ha orecchio per intendere....

La seconda EFFE: gli amici.

Anzitutto, ancora una volta il mio articoletto vegetariano e' stato pubblicato sulla newsletter della cooperativa di Sierra Vista. Se vi interessa, lo potete leggere qui ... vediamo chi riesce a riconoscere per primo la protagonista della foto che dovrebbe ritrarmi??!!

Esprimere la mia gratitudine nei confronti del cibo e' stato facile. Il difficile inizia adesso. Perche' e' da decenni che faccio fatica a capire cosa sia veramente un amico, e per quanto l'analogia con il tesoro sia un po' cliche' e banale, mi trovo sempre piu' spesso a riconoscerne la validita'.
La seconda EFFE, friends, gli amici: come faccio a dire che ne sono grata, quando non sono neanche in grado di definire cosa sia un amico?  E' un problema che mi perseguita da una vita: mi ricordo piu' di trent'anni fa, ero in quarta o quinta elementare, e dovevo comporre un tema sull'amicizia e non ci riuscivo. Mi dava fastidio l'idea di raggruppare sotto la  stessa definizione, amico, persone con cui avevo relazioni diversissime una con l'altra.
Dopo tanti anni e tanti, ma tanti amici che sono "passati sotto i ponti", sono diventata meno esigente e ho smesso la ricerca del "vero amico", mi adatto al trend generale che e' di considerare "amici" tutte le persone con cui scambio piu' di un "hello & goodbye", dalla mamma al parco con cui ci si scambiano 20 parole e 7 numeri (il telefono), alla povera persona che si trova dalla parte ricevente delle mie lamentele e piagnistei (rari a dire il vero), a quella cui confido i miei segreti piu' segreti. Certo, deve esserci di base qualcosa che ci accomuna, ed e' diverso ogni volta: puo' essere il fatto che siamo cresciuti giocando insieme, oppure che abbiamo figli della stessa eta', o che abbiamo gli stessi gusti in libri, o musica.... ma piu' la relazione diventa profonda e significativa, piu' aumentano le aspettative mie nei confronti dell'altra persona e, immagino, viceversa.

Siccome l'amicizia e' in qualche modo un baratto, ci deve essere una certa bilancia tra quello che si da' e quello che si riceve. Mi e' difficile determinare con precisione quale sia il mio contributo, perche' quello che una persona cerca in me e' diverso da quello che cerca un'altro, pero' so con esattezza quello che cerco io  in un amico-amico: cio' che richiedo, inconsciamente badate bene, nello scambio e' il possesso di un forte senso dell'umorismo (cosi' da poter accettare e capire il mio sarcasmo. Molti non ci sono abituati o lo percepiscono come un'aggressione) e dell'autoironia (mi annoiano le persone che si prendono sempre sul serio); cerco una forte generosita' non economica ma di attenzione, perche' anche se non sono una "bisognosa" di conferme quotidiane, mi piace ricevere una pacca sulle spalle una volta ogni tanto. Cerco la disponibilita' a comunicare sul serio e con magnanimita'. Mi spiego, quando mi chiami, anche se e' una volta all'anno, mi devi "parlare", deve esserci sostanza nella tua comunicazione, non blaterarmi la lista della spesa, come fanno alcuni... dio che pppppalle! Ti chiamano, non c'hanno niente di interessante da dirti e ti tengono al telefono per mezz'ora per raccontarti la lista di quello che hanno fatto "sono andata in banca, poi vediamo... sono andata al supermercato, ho fatto benzina, ho pestato una cacca, ho fatto la cacca...." E ALLORA BASTA, no?  Sono una donna, amo quindi parlare di situazioni, "feelings", come stai mentalmente, se sei felice o meno, se hai bisogno di aiuto, se vuoi sfogarti.... Basta con 'sta lista della delle minuzie del cacchio, roba senza importanza. Ho poco tempo per natura, utilizziamolo per scambiarci "sostanza" non fuffa.

Tutto qui. Se ci sono queste caratteristche, c'e' una forte probabilita' che possiamo diventare amici... Anzi, no, quasi dimenticavo una caratteristica importantissima: la lealta'. Se sei mia amica, gradirei non riceverlo in quel posto anche da te, grazie. Mi e' capitato diverse volte, anche recentemente. Di solito si tratta di azioni di per se' "no big deal", non estremamente importanti, ma proprio per la loro natura di "sorpresa" (se siamo amiche, mi aspetto una certa solidarieta', una certa devozione, non mi aspetto necessariamente una fregatura da parte tua, altrimenti mi preparerei), causano una serie di reazioni a catena, una fissione nucleare di emozioni difficili o impossibili da controllare, che poi finiscono per coinvolgere altre persone.

E  per me, l'amicizia e' finita. Cosi', punto. Cold turkey, repentinamente.
Persone che consideravo amiche da una vita, cessano di essere anche minimamente importanti per me. Niente lacrime, niente rimpianti. C'est la vie. Parafrasando Forrest Gump, "Friend is as friends does".
Mi viene quasi da dire "non mi meritano", ma ha una certa risonanza "esopica", l'uva non e' matura... pero' e' anche vero. Forse l'uva non era matura e la volpe era troppo bassa...non si meritavano a vicenda.

Cosi' il panorama delle mie amicizie rispecchia la mia confusione nel definirle, quindi sono amica di tutti quelli che desiderano esserlo. Qualcuno c'e'. Quality vs. quantity, qualita' contro quantita'. Stranamente il blog e' stato una inaspettata fonte di amici, anche se con molti non ci si e' nemmeno stretti la mano. 

Allora la mia gratitudine avvolge anche gli amici, quelli che si comportano da amici, quelli che sono interessati allo scambio e che (spero) non hanno nessuna intenzione di sputare su questa amicizia.
Posso contarne alcuni. Allora sono ricca.

giovedì 9 dicembre 2010

La prima EFFE: il cibo.

HOLY COW! Sopravvissuta, o quasi, ad una settimana o poco piu', difficile per Violet, quindi per me: le e' venuto un virus (simile al Coxackie, credo, ma limitato fortunatamente solo alla bocca) "grazie" al quale non voleva piu' mangiare e bere. Ringrazio il fatto che la sto ancora allattando, perche' altrimenti sarebbe finita in ospedale per disidratazione (come e' successo a Vivian quando aveva 4 anni...).
Comunque sia, questo post volevo pubblicarlo subito dopo Thanksgiving, ma tra una cosa e un'altra, non sono riuscita a finirlo, cosi'  lo pubblico a "puntate". Volevo solo che fosse chiaro che e' colpa della Fagiolina...

Per il Ringraziamento, alla fine siamo rimasti a casa: dopo diversi tentativi per mettermi in contatto con mia cognata,  non essendo riuscita a parlarle per le ultime 3 settimane, mercoledi' 24 ho preso la decisione di non andare, anche perche', come ben puo' confermare chi ha o ha avuto bambini piccoli, anche una trasferta di due giorni richiede un trasloco di baracca e burattini da far paura, il lettino, il mini-seggiolone, giochi, pannolini etc, e in piu' nel nostro caso, tutti i piatti preparati per il nostro Thanksgiving dinner; quindi senza aver ricevuto conferma , mi spiace ma non rischio, e me ne sto a casa, che faccio meno fatica!
Cosi' ci siamo goduti una giornata tranquilla, senza doverci preoccupare di nulla.

Come sanno tutti, la festa del Thanksgiving e' una festivita' simile alle tante celebrate in giro per il mondo, per segnare l'ultimo raccolto prima dell'arrivo dell'inverno. Si' certo, poi c'e' tutta la leggenda dei pellegrini e degli indiani, Squanto etc., ma in realta' la maggior parte di cio' che viene considerato parte della tradizione storica per il Ringraziamento, e' solo un gran puzzle di aggiunte avvenute nel corso degli ultimi 200 anni. Incluso il tacchino, che sfortunatamente e' divenuto il centrotavola di milioni di cene. Per noialtri vegan americani, cosa succede al Thanksgiving, se non c'e' il tacchino? Vi garantisco che, pur senza la carcassa in mezzo alla tavola, ci siamo strafocati, e questo di sicuro e' come da tradizione!
La differenza principale e' che, nonostante l'abbuffarsi fino all'esplosione della panza o del bottone (RIMA!), quello che capita per primo, il pasto e' sicuramente piu' leggero dal punto di vista calorie e grassi, (pur sempre "pesante" come gusto e sapori pero') e assolutamente assente in tavola e' il colesterolo. "Cazzate", direte voi... se siete giovani. Quando comincerete ad avere 40+ anni, vi garantisco che prima o poi, con l'arrivo dei cambiamenti alcuni subdoli altri piu' evidenti, del vostro corpo, comincerete a leggere le rubriche mediche e a rendervi conto che tutto quello che immettete nell'organismo ha un effetto diretto sulla qualita' di vita che conducete, quindi sapere che il cibo che mangiate non contribuisce all'occlusione delle arterie sara' ben piu' importante.

Anyways, per quello che vale ora, a distanza di 2 settimane, il menu e' consistito di:
Due Tofurky, (arrosti vegetariani gia' farciti con riso selvatico (wild rice?) e altre erbe, che tutti e 4 i figli adorano, tant'e' che uno solo non basta piu'!)
Mashed potatoes (pure', tipico contorno festivo, ma fatto con latte di soja e sour cream vegana)
Green beans salad with crisp shallots and roasted walnuts (insalata con fagiolini, scalogno [?] croccante e noci arrostite, buonissima)
Chestnuts and apples stuffing (farcitura con castagne e mele; lo stuffing qui non e solo inserito nelle cavita' delle carcasse animali, ma viene anche preparato separatamente. Cosi' facciamo sempre anche noi)
Cranberry and apricot sauce (una sorta di marmellatina fatta con mirtilli rossi tipica delle feste, da mettere sugli arrosti. Molti americani la comprano nelle lattine, quando e' poi facilissima da preparare fresca,in questo caso con l'aggiunta albicocche secche)
Mushroom gravy (intingolino ai funghi. Normalmente si usano le interiora del tacchino per prepararlo, per noi solo verdure e funghi, niente colesterolo o fattore "eew", invece tutto sapore. Da mettersi praticamente su tutto!)
Cloverleaf rolls (paninetti a trifoglio, anche questi fatti a mano, usando la teglia che si usa per i muffins, buoni buoni...)





E per finire, dulcis in fundo letteralmente, una fantastica vegan pumpkin pie cheesecake,  cheesecake vegana alla torta di zucca... roba da libidine che potresti morire senza troppi rimpianti dopo una fetta. Da notare che non mi sono mai piaciute le cheesecake fatte con il formaggio di latte animale... io sentivo l'odore del latte e del formaggio che mi ha sempre disgustato! Invece questa la adoro!!(La foto NON rende assolutamente...)



Per l'occasione abbiamo pure aperto una bottiglietta di vino biologico vegan della california...
Sto salivando ancora solo a rileggere quello che ho scritto...

Come tutti gli anni, seduti intorno alla tavola, e abbiamo chiesto ai pargoli :"What are you thankful for?", di cosa siete grati?, e dopo  le solite ragazzate (videogames! Vacation!), si sono tutti e 3 messi d'accordo (Violet ancora non partecipa... a parte i soliti strilletti!) e hanno detto "The 3 F's, Food, Friends and Family". Cioe' cibo, amici e famiglia.
Questa frase mi ha fatto riflettere, mi sono chiesta se oggi, in questo momento, anche io potrei dare la stessa risposta, con la stessa convinzione e leggerezza. 

Comincio anzitutto con  la prima F, food, il cibo.
Di quello si', sono grata, assolutamente: la scelta fatta quasi 5 anni fa di diventare vegana ed evitare l'uso e lo sfruttamento di prodotti di origine animale, (non solo in cucina ma anche, per quanto possibile, in tutti gli aspetti della mia vita), mi ha non solo reso piu' forte dal punto di vista fisico, piu' sana (mi sono passate istantaneamente tutte le emicranie e i mal di testa, avro' preso si' e no 10 Ibuprofen in 4 anni e mezzo, mentre pre-vegan mi veniva almeno 1 mal di testa orrendo alla settimana e almeno 1 emicrania debilitante al mese), ma mi ha anche  reso  veramente consapevole, mio malgrado se vogliamo guardare, della profonda connessione esistente tra tutti gli animali che abitano questo pianeta, inclusi noi uomini, ha evidenziato come ad esempio la sofferenza che io, come donna, madre e mammifera (!) provo, pensando che uno dei miei cuccioli mi possa venire portato via o soffra, e' simile se non uguale a quella di altri animali sottoposti a trattamenti uguali per la nostra ingordigia. Mi ha insegnato che il dolore che prova un pulcino quando gli viene tagliato il becco cosi' puo' vivere in una gabbietta con decine di altri polletti, anche loro senza becco, senza che si cavino gli occhi a vicenda, e' un dolore vero e reale, anche se non espresso verbalmente, non comunicato per iscritto, non certificato da avvocati e preti.
Ma non voglio predicare. Ogni persona ha un percorso da percorrere, non tutti arriviamo alla stessa meta, alle stesse conclusioni pur partendo da simili premesse. Per la maggioranza degli uomini, gli animali non provano emozioni quindi possiamo usarli come vogliamo. E se anche dovessero provare delle emozioni, il loro sfruttamento e' giustificato solitamente o dicendo che la loro presenza sulla terra e' un dono di Dio, che li ha creati per il nostro godimento e sopravvivenza, oppure che la nostra evoluzione ed evidente superiorita' nel risolvere problemi di algebra, sono la prova che gli animali sono nostri subordinati  e il nulla osta a poterne farne qualsiasi uso per qualsiasi scopo. Tanto sono "solo" animali.

Questa consapevolezza e' stato un sorprendente sottoprodotto della mia scelta primaria, che era quella di migliorare la mia salute, alla soglia dei 40 ann. Piu' vado avanti e piu' leggo di studi e ricerche che sono stati condotti e vengono condotti in questo momento sull'intima connessione tra "dieta" (intesa come cio' che si mangia quotidianamente) e salute, piu' mi si allarga il sorriso: quella che e' stata una scelta quasi per sfida, si e' poi rivelata decisamente una delle migliori decisioni della mia vita. Prevenire e sconfiggere cancro, malattie cardiovascolari, diabete, e' possibile seguendo una dieta a base di piante (a dire la parola "vegan" la gente si spaventa...). No, non sto parlando di sciamani o santoni, ma di medici e di istituti di ricerca ufficiali. Date un'occhiata a questo sito, se conoscete qualcuno che soffre di cancro, o questo, se conoscete qualcuno che soffre di cardiopatia  Una delle ultime testimonianze in favore della dieta a base di piante e' quella di Bill Clinton,  che potete guardare qui sotto in parte dell'intervista rilasciata a Wolf Blitzen su CNN un paio di mesi fa. Sicuramente noterete come stia meglio fisicamente, infatti ha perso circa 12 chili rimuovendo cibo di origine animale dalla sua dieta (che non e' strettamente vegan, visto che una volta ogni tanto mangia pesce). Proprio lui, Bill Clinton, l'uomo che veniva preso in giro su Saturday Night Live all'epoca della sua presidenza anche per il suo interesse verso il fast food, e' diventato (quasi) vegan!!



Si', in conclusione sono grata, e tanto, per la prima EFFE, il cibo. Vegan. Che ha migliorato la mia salute e mi ha reso piu' forte. Che mi ha spinto ad imparare a cucinare (e mangiare) piatti fantastici di cucine esotiche e straordinarie, senza dover piu' compromettere il mio amore per gli animali. Tutti.

Poi scrivero' della seconda EFFE, gli amici. Per ora vado a dormire che e' super tardi e sono vecchierella e non dovrei stare in piedi, specialmente con la Fagiolina che mi fa da sveglia alle 6 ....

lunedì 22 novembre 2010

Per farvi ridere (o piangere) un po'....

Sequel al post di ieri:
usate l'immaginazione: sono i primi mesi del 2013, la neo-eletta presidente degli USA Sarah Palin si reca in Italia per la solita visita ufficiale, dove e' ricevuta dall'ancora presidente del consiglio Berlusconi il quale, non avendo mai avuto nessun filtro di controllo su quello che dice, si complimenta per il fatto che finalmente c'e' una bella donna a capo di un paese, che ha delle belle gambe, che e' una cosa sempre bella da guardare, mica come quando ci sono gli omoni con la barba o le brutte donne, grasse e pure loro con la barba...

Momenti di silenzio imbarazzato seguono. A quel punto, secondo voi:  la "mama grizzly" come si autodifinisce, tirerebbe fuori la sua pistola e lo castrerebbe subito, o farebbe invadere il Bel Paese dalle truppe americane?

domenica 21 novembre 2010

Venti giorni

Questi ultimi venti giorni sono volati, in un baleno: nonostante tutti gli sforzi che faccio (da vera pigra) novembre e'sempre un mese frenetico. In particolare quest'anno.

Dopo le elezioni del 2 novembre, mi e' calata addosso una certa depressione dovuta prima di tutto ai risultati a livello nazionale, dove la perdita della maggioranza nella House of Representatives per i Democrats, ha dato spazio all'ascesa al "potere" di una caterva di ignoranti conservatori, fanatici religiosi (che il Vaticano non e' niente), gia' pronti a cancellare la mini-riforma sanitaria tanto difficilmente passata qualche mese fa, ad estendere il taglio alle tasse dei mega-ricchi [quelli che guadagnano dai 250 mila dollari in su, circa l'1% della popolazione USA] e, come detto da alcuni neo-eletti republicans, pronti a fare tutto il possibile affinche' Obama non venga rieletto tra 2 anni. Un piano anche politicamente stupido, ma e' facile far preda di chi e' ignorante, e "la gente" applaude ed e' felice. La popolarita' di personaggi come Rand Paul in Kentucky, un oftalmologo scopertosi politicante, che non crede nell'evoluzione e incarna la mentalita' retrograda di molti Americani,  soprattutto nel sud,  segue a ruota la ex-candidata alla vicepresidenza, Sarah Palin, ormai diventata fenomeno mediatico di serie C. La signora Palin  in un'intervista ultimamente ha detto di essere sicura che, dovesse essere scelta come candidato questa volta presidenziale nel 2012, sconfiggrebbe Obama. Ecco che che allora la profezia Maya della fine del mondo del 2012 si potrebbe rivelare vera, perche' anche solo immaginare di pensare di candidare una donna come la Palin a capo di un paese come gli Stati Uniti e' da incubo.  Che beffa sarebbe se, il momento in cui una donna raggiungesse una posizione di potere come  quella di presidente degli US,  fosse proprio il momento in cui movimento femminista globale venisse sconfitto. Con il suo autoritratto di donna con fucile perche' lei c'ha i cojones (facile avere i cojones, quando hai in fucile con mirino laser contro un animale disarmato a mezzo kilometro di distanza...), Sarah Palin rappresenta la negazione di molti tipi di progresso sociale fatti negli ultimi 100 anni,  una vera e propria marcia indietro sociale. Ricordiamoci che non crede che il global warming sia una conseguenza della violenza perpetrata dagli esseri umani alla natura, crede che Dio sia dalla parte degli US nella guerra contro Iraq, Afghanistan e comunque sempre "God is with us" (e ovviamente, manco a dirlo, solo ed esclusivamente, il dio "cristiano" come da interpretazione bigotta americana), non crede nell'evoluzione ma bensi' nel creazionismo; come tanti infervorati religiosi, crede che l'omosessualita' sia una scelta,  e' contro l'aborto anche in caso di stupro... insomma, oso dire che il vero terrore verrebbe creato nel momento in cui la Palin venisse scelta come candidata alla presidenza e se, quasi non riesco a scriverlo, venisse eletta. J continua a dirmi che la maggioranza degli Americani ha dimostrato una certa apertura mentale, intelligenza e lungimiranza nel 2008 e secondo lui, lo fara' ancora tra 2 anni. Io invece ho paura del 2012. La Palin-genesi dell'ignoranza americana  e la sua diffusione sono pericolosi quasi (ho detto quasi) quanto una cellula di Al-Qaeda. Il potere dei media e' infinito, e in questo momento, si puo' trovare la Palin furbamente su qualsiasi canale tv e radio si accende; ultimamente ha debuttato un nuovo reality show, "Sarah Palin's Alaska" (l'Alaska di Sarah Palin), che forse sarebbe stato meglio chiamare "The rape of  Alaska by Sarah Palin", cioe' "Lo stupro dell'Alaska da parte di Sarah Palin", uno show che segue la felice famigliola durante diverse escursioni ed avventure, pescando o con fucile in mano, celebrando tutto cio' che di piu' scontato e banale e' alla base della fama di questa donna, in base a cio' che ho letto. Sottolineo "ho letto", perche' piuttosto che guardare la sua trasmissione, preferirei di gran lunga guardare la rimozione di verruche anali ad un rinoceronte in Uganda! E che non se ne puo' piu', perdinci: e' dapertutto, nel pubblico di "Dancing with the stars", visto che la figlia Bristol e' una dei finalisti, nei notiziari, su Fox News ovviamente (il canale privato "destrorso") visto che e' una dei commentatori, e persino sui canali non di parte,  quelli che lei e gli altri "tea party-ists" definiscono "lame-stream" media (gioco di parole da "mainstream", dove "main", pricipale, diventa "lame" cioe' difettoso) .

Purtroppo anche a livello locale, le elezioni hanno portato dispiaceri: l' "override" di cui parlavo QUI, la tassa secondaria sulla proprieta' in supporto alla scuola pubblica locale, e' stata bocciata, gettando il nostro distretto in una crisi ancora piu' profonda di quella in cui si trova da circa 4 anni. Di buono per cosi' dire, c'e' che la mia lettera all'editore, riveduta e corretta "post mortem" in base al risultato elettorale, e' stata pubblicata.  Ma ancora una volta, ignoranza e paura hanno "vinto".

Non tutto e' stato deprimente, anzi: abbiamo celebrato i compleanni di Emily, che ora ha 12 anni, mi ha raggiunto e leggermento superato in altezza, e Vivian che ormai ha 10 anni e anche lei, come i fratelli piu' grandi, non e' piu' molto interessata alla nostra compagnia... se non fosse per la presenza di Violet, saremmo quasi una coppia di "empty nesters"... uccelli dal  nido vuoto, e invece....

Abbiamo anche celebrato, con una rara visita al cinema DA SOLI (per vedere "Due Date" con Robert Downey Jr.) il diciassettesimo anniversario di matrimonio, diciassette anni da quando J ed io, in una calda e soleggiata mattina californiana, di fronte ai miei suoceri, mia cognata e nipote, e ad alcuni amici, siamo stati  dichiarati marito e moglie dal giudice Perren di San Buenaventura, a.k.a. Ventura. Per festeggiare, una fetta di "pie" da Marie Callender's...
E' strano, se ripenso "quei tempi", che suona tanto da vecchiarella, provo sentimenti discordanti, mi sembra che fosse ieri mattina e mi sembra siano passate ere. Mi sembra di essere la stessa persona ma anche di essere cambiata radicalmente. Probabilmente c'e' della verita' in entrambe le sensazioni. La mia impetuosita' e' sempre presente, ma e' stata mitigata dalle tante prove che necessariamente la vita mi ha imposto, non vedo piu' (tanto) il mondo in bianco e nero, ma ho imparato ad apprezzare le varie sfumature, le variazioni di grigio che rendono le esperienze interessanti e che hanno il potere di trasformare chi ha la mente e il cuore pronti e aperti ai cambiamenti.  Nel nostro caso, abbiamo dovuto toccare il fondo, prima di riprendere la marcia nella direzione giusta.

Sono stata  anche invitata a dare una presentazione al "centro benessere" dell'ospedale sul vivere vegan. Che strano, avere una trentina di persone di tutte le eta' di fronte, a prendere appunti e far domande, su uno stile di vita di cui, all'improvviso, sono considerata un'esperta! Con 5 anni di esperienza, una gravidanza e allattamento (ancora in corso...)  mangiando e vivendo utilizzando solo cibo e prodotti di origine vegetale, crescendo una famiglia nello stesso modo, sono diventata un po' il faro, il punto di riferimento di diverse persone anche in questa comunita'.... non me lo sarei mai aspettato. Tant'e' vero che mi hanno chiamato a dare un'altra presentazione, questa volta dal gruppo chiamato "Lettuce get healthy", (gioco di parole, lettuce = let us) fondato da un gruppo di persone, inclusi diversi medici, che cercano di raggiungere il benessere attraverso una dieta a base vegetale, su come affrontare le festivita' da vegan. In Sierra Vista, di tutti i posti!

Gli utlimi 20 giorni hanno anche portato una ventata di "tempo delle mele" a casa nostra, con Chris tutto impegolato con una ragazzina... per il momento lui, dopo essersi dichiarato con un'onesta' rara a quell'eta', aspetta pazientemente, perche' lei e' stata recentemente "mollata" dal ragazzino ("a seventh grader, Mom..." uno di seconda media, che orrore, mentre lei, Kenzie, fa la prima superiore...) e si stanno conoscendo... nel frattempo tutti i giorni alla 4a ora, lei vuole un abbraccio da Chris, per confortarla... e lui da vero gentleman, si sente obbligato... vedremo.

Settimana prossima e' il Ringraziamento. Fortunatamente J non deve andare a Yuma, quindi cucineremo   insieme tutto cio' che vorremo mangiare, da trasportare a Phoenix da mia cognata.Nessuno ha molta voglia di andarci, ma e' l'unica famiglia che abbiamo "vicino" e che ci vuole ancora riconoscere... ma questo sara' argomento di un prossimo post!

sabato 30 ottobre 2010

A caccia di zucche!

La ricerca della zucca perfetta non e' facile...



... richiede gambe forti, scarpe comode e tanta pazienza...





... finche' non si e' soddisfatti di averLA trovata, e ci si puo' rilassare nella carriolona!!






C'e' chi ha poi bisogno di un "shaved ice" (la versione poverella americana della granita) prima di entrare nel "corn maze", il labirinto creato attraverso campi di pannocchie (la foto e' fatta dall'aereo... il labirinto e' il disegno in "bianco" e le pannocchie sono il verde intorno!!)....


I miei "mostri" sperduti nel corn maze!



Una pausa veloca tra i girasoli...



... e la classica foto ricordo! Dopo le zucche, siamo andati a raccogliere le mele!




E stasera intagliamo le zucche, dopodiche', come tradizione vuole, ci godremo "The Nightmare Before Christmas" di Jim Burton.
Booo-ONA NOTTE!!






mercoledì 27 ottobre 2010

Con un alluce nella politica locale.

Quando ero una giovincella, non me ne e' mai fregato molto della politica. In Italia, tutto mi sembra sia un bel concerto, dove gli "strumentisti" (gran tromboni, senza offesa per quelli "veri") seguono uno spartito con tutti i crescendo e i diminuendo che fanno scalpore, ma senza nessuna possibilita' per chi si trova al di fuori di questa orchestra, di intervenire e far sentire la propria voce. Non ho mai neanche pertecipato ad una manifestazione quando andavo al liceo, forse troppo paurosa o troppo "goody-two-shoes", troppo "brava ragazza" per unirmi ai cori e ai pugni alzati. Pero' mi sono sempre goduta i giorni senza scuola ugualmente...


Qui negli US ho proseguito nella tradizione soprattutto con la scusante che, essendo una aliena, non posso votare, quindi a che pro interessarsi?


Ma da quando ci siamo trasferiti qui nell'estremo sud dell'Arizona, dove la gente, uomini e donne, va a caccia per sport, dove Barack Obama e' ancora ritenuto un mussulmano, dove una (parziale) riforma sanitaria che va incontro ai bisogni di tutti i cittadini, non solo quelli piu' abbienti e' considerato un gesto terroristico di comunisti, ecco io qui ho scoperto di avere una voce, per quanto flebile e ho finalmente capito che starsene seduti di lato a guardare senza contribuire e' uno spreco.

Allora visto che tra meno di una settimana ci sono le elezioni chiamate "mid-terms" in quanto a meta' del termine di mandato presidenziale e che i cittadini di Sierra Vista sono chiamati a votare nuovamente, oltre che per i candidati al senato (e speriamo che Glassman vinca su McCain, che e' diventato vagamente senile secondo me) e al congresso, quelli per governatore ed altre cariche statali e locali, anche per un referendum che consenta la continuazione di una tassa sulla proprieta' secondaria, chiamata "override" (visto che si appoggia a quella primaria) in supporto alle scuole pubbliche locali. Per 3 anni, i referendum e' stato bocciato, grazie soprattutto all'abbondanza degli "snow birds" i pensionati che vengono a vivere qui in inverno (dove il clima e' temperato) mentre in estate tornano ai loro lidi, solitamente nel nord (Washington State, Oregon, Montana etc) e grazie anche all'assenteismo alle urne generale. Quest'anno genitori ed insegnanti stanno disperatamente cercando di far passare il referendum in modi tipici americani, proteste pacifiche (e se passate l'icrocio della strada 92 e Fry Boulevard, suonate il clacson quando vedete il gruppo di donne con cartelli con messaggi quali "Honk if you went to public school" oppure "Someone paid for your education"...e se ne vedete uno tenuto in mano da una tipa con occhiali e cappellino e una fagiolina nel marsupio, suonate il clacson 2 volte, perche' sono io!!) e scritte sulle macchine (quelle proprie, badate bene) e ovviamente anche con lettere al giornale locale.

Ho scritto la mia lettera e l'ho mandata ieri all'editore, il quale mi ha chiamato per dirmi che, sfortunatamente, la deadline per pubblicaziione di lettere inerenti le elezioni di martedi' era due settimane fa e che quindi non potra' pubblicarla. Mi ha detto che gli dispiaceva perche' e' una lettera ben scritta.
La professoressa responsabile del gruppo di attivisti pro-override cui ho mandato una copia, l'ha a sua volta mandata in giro ed ho ricevuto un sacco di email di complimenti, tant'e' vero che parte della lettera verra' usata in parte del testo della pagina pubblicitaria che il gruppo di attivisti comprera' domenica sul giornale locale.

Mi sa che ormai scrivo meglio in inglese che in italiano.

Questo il testo:

To the Sierra Vista Herald Editor:

Before we moved to Sierra Vista about 3 years ago, like all prospective residents we did our homework: we checked the availability of houses for our family and we checked the schools, because it was important to us that our children would receive a good education, and would be offered some, if not all, of the programs that were available in the school district we were going to leave. We felt we could get this in Sierra Vista, so we moved here.

Today, we would think twice before moving to Sierra Vista: in the last 3 years we have learned that Arizona ranks #50 for state funding to education, and we have seen art, music and physical education classes being eliminated in the elementary schools; they were actually "dumped" on the classroom teachers, who already had the difficult task to cram the daily lessons, test taking, discipline into shorter school days (yes, that was another change we saw: shorter school days) .We have also seen the average class size swell up to well over 30 students per teacher.

And if the override doesn't get voted in, another school will close, likely increasing the class size even more, cutting more classes and programs...

So to those folks who don't want the override to be continued, I ask: how can you say that you care about our community and our children's education and at the same time being against the override, without feeling like a talking and walking oxymoron?
A few weeks ago I read a letter of a man (I'm presuming childless) who says there's no need to teach art or music in schools, because, and I quote "So many of our children have been told that they have so much talent in music that they think they can make it to the big time and make millions." First of all I would suggest this gentleman to go to one of the concerts of our Buena HS chorus (I only watched them perform for a bit during BHS Open House and I was blown away by their talent!) and see for himself. Second, we have all watched the American Idol auditions on TV, and we have all felt the pain, but this is not what art and music classes in school are for: music and art should be taught in the classroom because it might the only place where a child hears other kinds of music beside, let's say, country or rap or heavy metal. It's about teaching how to appreciate music and art in your life and using them to better yourself, maybe even to save yourself. I know many people who are suffering from depression, for example, and turn to music or art to cope with their illness. And guess what? It turns out that you don't have to be Mozart or Madonna to listen to music, to pick up a guitar and sing a tune or even to sing at a karaoke bar; you don't need to be Michelangelo or Van Gogh to draw or paint or create a cup out of clay. And most of us who had the pleasure to be exposed to music and art since childhood, know this.

I would also like to argue how important teaching physical education to young children in school is, especially in this country where one person in three is obese: children need to be educated about the advantages and benefits of moving and exercising. They need to be exposed to different activities and sports so that, as they grow older, moving and exercising will become an important part of their life.

I read in one of these letters that if we want our kids to have "extra classes", we can pay for them. My o my, what an elitist position that is. Only the wealthy can take music or art... way to go backwards!

I read that we should cut the salary of the administrators instead of asking for the override... look, like many parents in town, I don't particularly care if this superintendent leaves tomorrow, however how can you think that even halving his salary would help? It would be a drop in the bucket.

I realize a lot of these folks are still upset about the mishandling of money that happened a few years ago (so I was told), but instead of punishing the children or the teachers, you should take your protest to the source of the problem, make sure that whoever made the mistake is made accountable and doesn't repeat it. Do they even realize that the collateral damages to this war waged against the district and its administration is our children, their future and, by extension, this community's future?

My last thought is about money, which I hear, makes the world go 'round. Do you know how much you would save by eliminating the override, if your own a $166,000 home for example?

Three dollars a month. Yes, 3 meager, stinking dollars every month of the year. That's what you will be saving.

Is our children's future worth $3 a month? I hope your answer is yes, so for God's sakes and our children, please vote yes for the override.


Monica S.

Se riesco, la traduco domani.




martedì 26 ottobre 2010

Halloween Cinquain (la cinquina di Halloween)

Black Cat
Startling, dark
Raising fur, yowls, screeching
Prowls, spikes up fur and caterwauls
feline
(by Vivian S.)



Tra le tantissime carte che tornano a casa da scuola si trovano, ogni tanto, delle gemme.
E' bello quando sono i figli ad insegnare.

venerdì 22 ottobre 2010

Ah. l'America...

... insomma, e' un venerdi' sera che non vedo l'ora di spaparanzarmi di fronte alla flat screen, con un ciotolone di popcorn (debitamente vegan), surround sound a manetta, Avatar nel dvd... visto che ieri mattina la Fagiolina si e' svegliata e mi ha svegliato alle 4:30 e sono stanca stravolta...
C'e' qui per uno dei soliti sleepover Blake, la BFFAE (Best Friend Forever And Ever) di Emily e non ho voglia di cucinare per niente. Zero. Zip. Nada.

Allora riaccendo il computerino, accedo il sito di Papa John's e ordino via computer 3 pizze (2 con verdure e no formaggio, una semplice col formaggio) e una ventina di "breadsticks", cioe' la versione americana dei grissini (cio' che non mangiamo, arricchisce il freezer), e' in memoria il nostro indirizzo, la carta di credito e POOF... tra mezz'oretta si mangia. Yeah!

Posso rimanere sciammannata in pigiama (ho fatto la doccia un'ora fa...) e pigramente godermi la serata.

Certo, la pizza lascia un po' a desiderare per gli italiani (io sola), ma siamo nel mezzo del deserto del sud Arizona e sarebbe piu' facile trovare un taco autentico (o semi-decente) che una pizza degna di tal nome. Ma poi quando si ha fame, si sopperisce alla mancanza di autenticita' con la felicita' di essere liberi senza dover smanettare prima e lavare poi pentole e padelle.

Mi basta poco per essere felice....

giovedì 21 ottobre 2010

Sono razzista?

Una delle tante differenze tra l'Arizona (e il Southwest in generale) con il New Jersey (e il tri-state in generale, New Jersey-New-York-Connecticut) e' il numero assurdamente inferiore di veicoli che infestano le strade. Ne ho parlato spesso di come mi si apre il cuore quando sono in macchina e davanti e dietro a me ci sono miglia e miglia di autostrada vuota, con le montagne che fanno da contorno, il cielo azzurro con qualche nuvoletta di cotone che sembra ldi essere nella sigla iniziale dei Simpsons.... Forse sono una che si accontenta di poco, ma dopo 9 anni nello stato con la piu' alta densita' di popolazione degli US, il New Jersey, dopo 5 anni nello stato dove anche le autostrade a 6 corsie sono sempre intoppate a meno che non le navighi alle 3 del mattino (la California), il sud dell'Arizona mi sembra davvero il paradiso terrestre!
Anche gli automobilisti hanno una personalita' diversa: quelli in New Jersey e New York, sempre incazzati, irascibili, con la mazza da baseball (arma scelta di solito per gli atti di "road rage") sempre pronta, e il dito medio perennemente in attivita'. Se sei fermo al semaforo rosso e arriva il verde e il tuo piede destro non scatta immediatamente a pigiare l'acceleratore, e' garantito il concerto di clacson in si bemolle dietro di te; e' normale osservare spazzatura, mocci di sigarette, cartacce tirate dal finestrino, in autostrada e in strade statali. In un tragitto medio di 30 chilometri, puoi aspettarti che ti venga pericolosamente tagliata la strada almeno 10 volte... ma, aspetta un attimo... di che posto sto parlando? Per un attimo li', pensavo di stare descrivendo la vita dell'automobilista italiano, che e' per molti versi, il gemello di quello trovato in NJ e NY. Forse e' per questo che ho sempre odiato profondamente guidare in New Jersey e New York: tanto per confermare la mia paura intrinseca, in 9 anni di residenza sulla Jersey Shore, ho guidato la macchina per andare a trovare i miei suoceri a Long Island, NY solo una volta, ed e' successo perche' non avevo scelta: era morta mia suocera e J si era precipitato a Long Island dal lavoro, io ho dovuto aspettare che i bambini rientrassero da scuola per partire. E tra l'altro ero cosi' tremolante che invece di prendere l'uscita solita della NJ Turnpike che porta all'Outer Bridge Crossing (uno dei ponti che collegano il New Jersey con Staten Island NY) ho preso quella per il Goethals Bridge, aggiungendo diverse miglia al solito percorso.

Anyways, il traffico e gli automobilisti del New Jersey sono due tra i moltissimi aspetti della East Coast che non mi mancano per niente.
Ma dopo 3 anni qui, mi rendo conto che non e' che gli automobilisti qui siano piu' maturi, piu' responsabili o che guidino "meglio". Si tratta di una questione di matematica e statistica invece: la realta' e' che il numero di automobilisti e' decisamente minore quindi le probabilita' che durante un'uscita in auto tu incroci uno stronzo al volante sono inferiori.

Poi succede come stamattina, le bambine avevano perso lo scuolabus che arriva alle 7:25 e noi dobbiamo uscire dalla porta di casa alle 7:23 in punto, ed ho quindi ho dovuto accompagnarle in macchina, visto che nonostanta la distanza minima da casa a scuola, meno di un chilometro, non avevamo tempo, faceva freddino e Emily ha mezza tonnellata di zaino da trasportarsi.
In caso non lo sappiate, ovunque negli US ci sia una scuola, il limite di velocita' scende a 15 miglia all'ora nella strada adiacente la scuola stessa, non ci sono santi. Di solito la gente rispetta con reverenza il limite, visto che spesso c'e' una macchina della polizia parcheggiata in posizione strategica, quindi come nel caso della nostra scuola, il traffico, per quanto minimo, rallenta automaticamente e tutti rispettano i segnali stradali, gli stop, le strisce pedonali... eccetto questa troiona di stamattina che con il suo Chevrolet Tahoe, il solito SUV enorme che spero le succhi il portafogli e l'anima, ha deciso che aspettare allo stop della strada laterale che si immette nella strada della scuola era una cosa inferiore al suo stato di mignottazza, e si e' sfiondata di fronte al mio pulmino, senza nemmeno fare un gesto di scusa, senza preoccuparsi che avrei potuto tamponarla (vabbe', magari no, visto che, andando a 15 all'ora sarebbe stato difficile, ma se fossi stata un po' distratta...).

Ma come, ho pensato, ora anche gli Arizoniani cominciano a guidare come dei rinco?
Poi l'ho visto ed ho capito tutto. Come una carta d'identita', c'era in bella esposizione sul vetro dietro l'adesivo dei New York Yankees.

Nordici di cacca, tornatevene a casa!

Mi sa che sto diventando razzista al contrario.

mercoledì 20 ottobre 2010

Madri da week end

Sono una madre a tempo pieno e ho poco tempo per me stessa e per gli hobby che mi mantengono, per quanto possibile, in equilibrio. Come tale,"ammiro" le donne che riescono ad avere una carriera e contemporaneamente essere "brave" madri. E ad andare in palestra, cucinare manicaretti, tenere la casa pulita e immacolata e a farsi la doccia tutti i giorni! Grazie al fatto che J ha un buon lavoro, non "ho bisogno" di uscire di casa per lavorare (ne ho tanto qui di lavoro), pero' sono sicura che potrebbero servirci dei $ extra soprattutto in momenti come quelli che abbiamo passato da poco, in cui tutto si rompe o cade a pezzi: invece ho sempre scelto di non lavorare, qui negli US, un po' per pigrizia, e un po' perche' il costo del "child care" sarebbe stato quasi quanto uno stipendio e non ne sarebbe valsa la pena. Cosi' andiamo avanti con uno stipendio, abbiamo una vita discreta anzi diciamo che siamo anche fortunati e ci possimao permettere fin troppo, ma tiriamo al risparmio in molti lati della nostra vita, ad esempio guidando 2 vetture che ormai cominciano ad odorare di antiquariato... se non di sfascio! Il fatto che per me lavorare non sarebbe valso la pena, mi ha reso la scelta facile e giustificabile agli occhi di chi, come mia mamma ad esempio che si preoccupa sempre, pensa che una donna non si possa realizzare pienamente al di fuori dell'ambiente di lavoro. I beg to differ.

Nel bene e nel male, sono una mamma a tempo pieno. Mi guardo in giro, parlo con amici e famigliari e mi dico : meglio cosi' che essere una mamma da week end!

Le mamme da week end scelgono di diventare madri non perche' sono colme d'amore e vogliono completarsi e completare la coppia, ma perche', avendo ben superato i trenta, l'orologio biologico fa tic-toc e se non lo diventano adesso non la diventeranno piu'; diventano madri perche' tutte le attrici e semi-celebrita' in tv lo diventano e cosi' si fa gruppone. Perche' e' l'ultima moda. Ovviamente hanno una carriera piu' o meno avviata e mai si sognerebbero di lasciarla, anche perche' non si puo' mai sapere, un domani se io e lui ci lasciamo... (gia' perdente in partenza, no?); queste neo mamme cui mi riferisco, non hanno calcolato bene il "dopo parto", sono rimaste in gravidanza e invece di cercare una babysitter o un childcare, hanno pensato "qualcuno provvedera' " e cosi' dopo un paio di mesi a casa col frugoletto-novita', dovendo tornare a lavorare, le neo-mamme devono per forza lasciare il loro bebe'... a chi? Ma ai nonni, ovvio! I nonni che ovviamente vista l'eta' della neo-mamma, non sono piu' sgarzellini, ma toccano o superano i settanta e cosi', sia per aiutare la figlia o la nuora che per amore verso il nipotino, invece di godersi finalmente il meritato "riposo" che arriva con la pensione (dico "riposo" anche se qui tutti i senior sono sempre molto attivi tra golf, volontariato, etc.), invece di dedicarsi alle attivita' e agli hobby cui avevano rinunciato durante gli anni in cui avevano cresciuto i loro figli, si ritrovano ancora a fare da genitori, ma ai loro nipoti. Altro giro, altro regalo!
E se questa neo-mamma deve lavorare per forza, per potersi pagare il mutuo, o per poter tirare a fine mese? Allora i nonni, offrendo i loro servizio-babysitter gratis, sono l'unica possibilita'. Capisco benissimo.
E invece no: queste neo-mamme utilizzano il servizio giornaliero di babysitteraggio gratuito (quelle 8/9 ore con bambino pesante e urlante) per potersi pagare le rate del macchinone della madonna appena comprato, o per potersi fare le vacanze nei Caraibi etc.
Ma allora la domanda e': invece di spendere 40mila dollari o piu' per un SUV che in citta' non ti serve, che non stai mica facendo la Parigi-Dakkar, e sfruttare i genitori o i suoceri che magari non hanno piu' neanche tanto le forze (e credetemi, avere un bambino di 1 anno a 44 anni e' faticoso, immaginarsi a 70 anni!), ma allora comprati una Panda e mandalo al child-care, all'asilo o pagati una nanny! Ecchecacchio! Ma non si vergognano?
Mah. Cosi' queste neo-mamme si ritrovano a fare la mamma il sabato e la domenica, cioe' 2 giorni su 7 (perche' gli altri 5 o e' troppo presto o troppo tardi per fare il genitore). Bello e conveniente. Madri al risparmio.

Giuro che io i miei nipoti, se mai saro' fortunata ad averne e se saranno vicini (visto come ci si muove negli US ne dubito), li voglio coccolare, viziare per quelle 2 orette e poi via! Sono figli dei loro genitori, non miei.
Se scegli di diventare mamma, e' tua responsabilita' non quella dei tuoi genitori, di crescere tuo figlio. Altrimenti prenditi un gatto, che costa meno e puoi lasciarlo a casa per 10 ore da solo senza problemi.

venerdì 8 ottobre 2010

La soluzione sbagliata

Come hanno fatto le sue sorelle, la fagiolina e' un'avida "allattatrice". Lo so, in Italia allattare dopo i 12 mesi e' guardato con sospetto e spesso con schifo, ma ci sono centinaia di studi che confermano i benefici che il latte materno offre non solo alle mamme (tanto per citarne uno importante, la percentuale di tumori all'apparato riproduttivo e al seno diminuisce in modo esponenziale, piu' a lungo allatti e piu' diminuisce il rischio), ma anche ai "toddler" cioe' ai piccolini sopra i 12 mesi (QUI un articolo consuntivo di Dr. Newman, famoso pediatra canadese che ha scritto diversi libri). Magari scrivero' un post sull'argomento perche' purtroppo c'e' tanta ignoranza sull'argomento e vale la pena parlarne, lo dico anche perche' dopo diversi anni come La Leche League Leader, ho aiutato tantissime madri disperate, sperdute senza informazioni e supporto.

Uno dei "problemi" che nascono quando si allatta un bambino in fase verbale, e' quello di creare un codice con cui il bambino comunichi il suo desiderio di allattare, senza che tutto il parco giochi capisca. Mi ricordo ancora una mia amica la cui bambina chiedeva "milky" quando voleva allattare e una volta al ristorante aveva iniziato a chiedere "milky, milky milky" e ovviamente la mia amica aveva detto "Later", piu' tardi... la piccolina invece aveva cominciato ad alzare al voce "MILKYYYY... WANNA MILKYYY"... e dai tavoli vicini arrivavano occhiatacce, e una signora anziana si era sporta e aveva detto "Why don't you get her a cup of milk?" Praticamente "E comprale un bicchiere di latte!!"

Con Emily e Vivian non ne ho mai avuto bisogno, loro venivano da me e mi toccavano 2 o 3 volte la pancia e io capivo e a seconda delle situazioni dicevo si' o no. Con Violet ho pensato che, usando la parola italiana "ciuccia" avrei risolto qualsiasi eventuale problema.
Ovvio che non ho pensato a tutto, perche' Violet, che parla tanto ma ovviamente pronuncia tutto a modo suo, ovviamente non riuscendo ancora a pronunicare il suono "ci", dice anche la parola ciuccia a modo suo, e cioe' "TI-TI" che, come volevasi dimostrare, e' esattamente uno dei termini piu' volgari in inglese per definire il seno! (Come dire "tetta"...)
Ancora non e' successo in pubblico, ma in casa ogni volta che Violet chiede "TI-TI", J e ovviamente anche Chris, muoiono dal ridere, rinforzando ancora di piu' l'uso del termine.

Aspetto il momento in cui, con la sua vocina forte e chiara, chiedera' "ti-ti" in chiesa o durante un evento scolastico dei fratelli...

P.S.: Rileggendo il mio post precedente, mi rendo conto di essere stata, come al solito, piuttosto diretta e "severa"nel mio giudizio dei membri di Facebook: non tutti i facebookkari sono idioti e solitamente quelli che trovo interessanti nei loro blog, offrivano spunti interessanti anche su FB. Sono io che ormai ho poca pazienza e sono i parenti e amici che usano Facebook come psicoterapia per i loro problemi che mi fanno imbestialire...

mercoledì 6 ottobre 2010

Facebook, ovvero l'incredibile inutilita' del "social network"

"Socializing on the internet is to socializing what reality tv is to reality" Aaron Sorkin, regista di "The Social Network" intervistato da Stephen Colbert
("Socializzare su internet sta a socializzare come la reality tv sta alla realta' ")

Chi mi legge da un po' sa che, sin dal momento in cui mi ci sono iscritta, Facebook mi ha contemporaneamente eccitato e confuso e, tantalizzando la mia anima estroversa con la possibilita' di riconnettermi con il passato, mi ha derubato di tanto tempo ed energie preziosi; ciononostante, non riuscivo a staccarmici o a farne un uso limitato.
Nel momento in cui pero' mi sono resa conto che delle parole scritte da "amici" mi stavano turbando troppo, ho capito che era arrivato il momento di finalmente chiudere il mio "account". Facebook era diventato quasi una droga: la prima cosa che fai al mattino e l'ultima prima di andare a dormire, con molteplici puntatine durante la giornata. Francamente, con 4 figli, un marito, una casa e una vita da vivere, era una dipendenza distruttrice.
La cronaca della mia "avventura" su Facebook sembra davvero il resoconto di un'esperienza da tossicodipendente: ho iniziato perche' qualcuno me l'ha offerto e subito sono stata risucchiata nel vortice della curiosita', subito mi sono trovata coinvolta ed eccitata dalla prospettiva di tutti questi "amici" di cui avevo perso le tracce da decenni, e pur sapendo che aprendo Facebook avrei perso tempo importante in michiate, lo facevo ugualmente perche' la curiosita', il voyeurismo e francamente l'interesse morboso verso la vita (o assenza di tale) altrui erano irresistibili.
Proprio come una droga.
E come per una droga, ho dovuto toccare il fondo. Ho dovuto leggere un passato riassunto malamente in 4 righe, senza contesto, senza elaborazioni, senza soluzioni... e ho dovuto leggere, mordendomi le labbra, i commenti di risposta di persone che conosco bene per essere ottimo esempio di inettitudine e ingratitudine, giudici con le loro parole banali di situazioni private o comunque su cui non hanno nessuna giurisdizione morale; ho dovuto toccare con mano per cosi' dire, l'immaturita' di persone che ritenevo mature e la banalita' di questo sistema di botta e risposta, che non da' la possibilita' si un approfondimento e dove spessissimo manca un vero interesse, per capire che era giunta per me l'ora di dire addio a Facebook.

Presenti esclusi, Facebook per me si e' rivelato come un conclave di coglioni... vabbe', magari solo cretini e stupidi, che lo usano come piattaforma per strombazzare le loro scoregge mentali... e mi includo pure io, non credete!! Ho pensato al fatto che anche questo blog e' la piattaforma per le mie stupidate, con la differenza che qui esiste un contesto, una storia, che ho la possibilita' di spiegarmi, di elaborare le mie opinioni, invece di starnutirle in 1 secondo e mezzo, lasciando che infettino tutti coloro che sono caduti nella "ragnatela".
Forse sono troppo vecchia per questo tipo di socializzazione; e' vero che preferisco di gran lunga contatti piu' "veraci", quindi il "social network" virtuale mi ha coinvolto come se fosse una serie di amicizie vere. Invece e' solo un palcoscenico per insicuri. Come ha detto Sorkin nell'intervista con Colbert qui sotto, su Facebook, e' tutta una performance. Siamo tutti attori.
E a parte pochi esempi in cui la sua utilita' e' stata comprovabile, ad esempio quando Betty White e' stata richiesta come "host" di Saturday Night Live a furor di (FB) popolo, per il resto non credo che molte delle petizioni di Facebook siano finite in niente piu' di una bolla di sapone.

Di buono c'e' che questa esperienza mi ha consentito di realizzare l'inutilita' di Facebook nella mia vita. Inutilita' totale.

Morale: lasciato Facebook, sono riuscita a coltivare la mia bellezza sa interiore che esteriore, cioe' da quando mi sono disintissicata, riesco a leggere un pochino di piu'... e mi sono pure depilata per bene!! ("simia docet"...)

The Colbert ReportMon - Thurs 11:30pm / 10:30c
Aaron Sorkin
http://www.colbertnation.com/
Colbert Report Full Episodes2010 ElectionMarch to Keep Fear Alive

giovedì 30 settembre 2010

La scuola americana, parte I di ?

Ma e' piu' di un mese che non pubblico un post? Seriamente? Non mi sembra vero. E si' che, dopo aver felicemente detto addio a Facebook, ero sicura che avrei avuto piu' tempo "libero"... ma dove? Anzitutto, la fagiolina e' ormai un mini-terremoto, sempre in movimento, sempre pronta ad esplorare anche cio' che non deve... gli altri 3 hanno ovviamente bisogni diversi, per fortuna si puliscono il didietro da soli, ma non per questo richiedono meno attenzioni. Sono solo attenzioni di tipo diverso, cosi' diverse da creare momenti quasi schizofrenici, quando ad esempio mi trovo ad urlare "DON'T EAT THE CHALK!" da una parte mentre dall'altra discuto l'importanza di avere buoni voti per entrare in una buona universita'...
E con J a Yuma ogni 2 settimane per 2 settimane, la situazione e' un pochino piu' complicata e le mie scelte sono regolate dalla legge dell'urgenza ("Scorre sangue? No? Allora puo' aspettare..") e da quella della necessita' ("Mutande pulite? Nah, quelle di ieri vanno ancora bene...")


E siccome, come dicono qui, "bad things come in three", dopo le api assassine, sono arrivati i loro cugini piu' schifosi di terra, i bacarozzi americani: dopo averne trovati 2 o 3 morti per terra al mattino e uno vivo una sera, e' arrivato lo sterminatore che, godblesshim, ha sterminato! Ora invece di trovarli morti in casa, li trovo morti fuori: certo sono vegan, amo gli animali e non li uccido per mangiarli... pero' che se ne stiano a casa loro, FUORI!
Dicevo, le male cose arrivano tre per volta, quindi dopo le api, dopo i roaches, e'stato il turno di uno dei cestelli raccogli-detriti della piscina che ha smesso di funzionare (aveva una perdita... allora era una cestella... oooh, che brutta battuta...), ovviamente due mesi dopo la scadenza della garanzia! Cosi' dopo diversi smadonnamenti e tecnici diversi, abbiamo trovato un tecnico affidabile e onesto che, per la modica cifra di $1100 ha aggiustato il tutto! Basta, no? Abbiamo avuto le nostre 3 sfighe, ora dovremmo andare avanti senza problemi per un po'...


Nel frattempo, oltre a gestirmi sassy-Violet, ho da giostrarmi la scuola, i vari fundraisers, il volontariato, le riunioni e ultimamente, anche alcune presentazioni all'ospedale locale sul Vivere Vegan.... Un paio di settimane fa sono anche arrivate le pagelle "in progresso", di meta' quadrimestre (non ufficiali) e anche li', la dicotomia piu' totale: le bambine che, e qui cerchero' di non sbrodolare troppo perche' mi stanno tanto sulle palle i genitori che si pisciano addosso quando parlano dei figli, be' insomma, per farla breve, sia Emily che Vivian sono state "testate" e hanno sorpreso tutti, noi e gli insegnanti, con risultati davvero confortanti...

Chris, dall'altra parte, ha portato a casa dei voti da tirargli 4 pedate nel sedere, perche' dimostrano come sia intelligente e strafottente nello stesso tempo. Si' perche' non si puo' avere una "A" in biologia e una "D" in geometria... oppure una "B" in latino e una "D" in inglese... cioe' mi dici che vai meglio in una lingua "morta" che nella tua madrelingua? Tutti i professori hanno concordato che e' bravo e rispettoso in classe, ma che sceglie quali compiti ed assignments fare, quando studiare e quando invece sbattersene... cioe' Mr. Lazy-Ass, come sappiamo da tempo. A volte temo che sia proprio stupido, perche', forse ancora ingenuamente, lui pensa di:

1) riuscire a tenere noi genitori nel buio all'infinito, mentre dovrebbe sapere che, visto che comunichiamo con i suoi professori via email regolarmente E ogni 2 settimane ha il "grade-check" da presentare all'allenatore di nuoto, noi siamo come l'ever seeing eye...

2) avere 2 genitori rimbambiti che, nonostante il suo atteggiamento nei confronti della scuola, gli consentano di continuare ad operare ipod, computer, playstation, di trovarsi con gli amici, etc.

Infatti ora e' "grounded", cioe' rimarra' a terra, incagliato, fiche' non ci dimostrera' che prende seriamente la sua educazione, intesa all'americana, "education" come istruzione quindi.


Il che mi porta a parlare un po' della mia esperienza con la scuola americana. Come in altri paesi, anche negli US la scuola e' nei casini, i budget locali vengono tagliati e come al solito, le prime spese che vengono ridotte sono quelle inerenti la scuola, che essendo finanziata principalmente dai singoli stati e in particolare dalle tasse di proprieta' della citta' in cui si trova ogni distretto, e' condizionata enormemente dalla situazione economica e anche dalla geografia di ogni distretto. Ecco che si capisce bene come le scuole di aree "ricche", tipo Beverly Hills o East Hamptons in NY, siano anche in momenti di strettezze, sempre ben equipaggiate, le paghe degli insegnanti siano buone e in generale la popolazione studentesca riceva un'istruzione "migliore" e sicuramente piu' completa di quella di altre aree piu' in degrado di grandi metropoli, o in aree rurali come quella di Sierra Vista. Senza entrare nella politica del sistema scolastico americano, accenno velocemente a come la "destra" americana, i republicans, siano contro ad una riforma del sistema (che sorpresa!!), contro ad aiutare i distretti piu' poveri del paese (sorpresa ancora piu' grande!!) e qui nella terra dei rednecks ho spesso assisitito a discussioni ardenti su come ad esempio, insegnare arte e musica (qui in SV eliminate da 2 anni a causa di tagli nel budget) sia inutile perche' crea illusi che pensano di avere talento (lasciamo stare il discorso "apprezzamento della musica e dell'arte", che dovrebbe essere un diritto universale, a prescindere dal talento o meno degli studenti), oppure discussioni di come gli insegnanti di oggi hanno una vita fin troppo facile (really?)... mentre io soffro pensando agli insegnanti con 37 studenti per classe!!! Mah.


Generalmente parlando, il sistema educativo americano a me piace, o perlomeno ho avuto quasi sempre esperienze positive. Trovo che la partecipazione dei genitori e' sempre benvenuta e spesso richiesta, e comunicare con gli insegnanti e l'amministrazione mi e' sempre stato facile. Durante la prima settimana di scuola, i genitori sono invitati alle "open house" dove gli insegnanti che sono sempre "nuovi", visto che anche alle elementari cambiano ogni anno (non so bene come sia in Italia ora, ma 35 anni fa alle elementari ho avuto una maestra dalla prima alla quinta, lo stesso gruppo di professori dalla prima alla terza media, e al liceo piu' o meno gli stessi insegnanti per i 5 anni), si presentano, spiegano il loro sistema disciplinare, gli argomenti che tratteranno, i progetti, gli extra credit, etc. Se un genitore vuole essere coinvolto nell'insegnamento dei figli, ha sempre moltissime possibilita'.

La scuola dell'obbligo negli US comincia a 5 anni, con il Kindergarten e finisce in "twelvth grade", la dodicesima, cioe' la quarta superiore. Da qui la definizione della scuola dell'obbligo come K-12.
Scrivero' piu' avanti qualcosa sulla scuola elementare e media, per il momento mi concentro sulla high school, la scuola superiore americana. Mi piace come la high school sia un posto dove gli studenti possono ancora guardarsi attorno prima di decidere "cosa faranno da grandi", e le materie offerte siano disparate e vadano da lezioni avanzate (a livello universitario) in inglese o matematica "Honor English", "Honor Algebra", etc, a classi a tema pratico come ad esempio nella nostra High School, "Auto Tech", meccanico, oppure arte culinaria (e attenzione a camminare nel corridoio delle aule per arte culinaria... pare che sia peggio del canto delle sirene...), fotografia, arte drammatica, coro (e che coro! Alla Open House della High school di quest'anno, uno dei cori si e' esibito per intrattenere i genitori, cantando "Just haven't met you yet" di Michael Buble' ed altre canzoni contemporanee, con arrangiamenti e melodie incredibili, soprattutto considerando che sono ragazzini tra i 14 e i 17 anni a scuola!)
Ho gia' raccontato in altre occasioni di come Chris stia facendo il secondo anno di "TV Production", ogni settimana devono preparare il notiziario della scuola, fare interviste, montare i vari pezzi con musiche etc.... Il concetto dietro al modo in cui la high school e' strutturata e', secondo me, molto moderno. A tutti gli studenti viene offerta una base nelle materie di base, appunto, come inglese, algebra, scienze, social studies (storia e geografia), tecnologia (computer), lingue straniere (latino per Chris!!) e poi chi e' interessato ad approfondire tali materie puo' farlo, per chi invece non e' sicuro di cosa vuol fare, c'e' la possibilita' di provare materie ad applicazione pratica per uno o due anni, e poi decidere.... Mi sembra che anche in questa struttura sia presente l'idea del "plan B", l'alternativa alla prima scelta. Perche' gli Americani credono profondamente nel concetto del reinventarsi, del ricominciare, anche nel modo in cui la scuola sviluppa il piano educativo. Non si puo' mai sapere, magari dopo 30 anni da contabile, una persona non possa utilizzare quello che ha imparato anni prima e diventare chef, o fotografo...

Il prossimo anno, quale Junior (freshman, primo anno, sophomore, secondo anno, Junior, terzo anno e Senior, quarto anno), Chris dovra' cominciare a decidere in che direzione andare, perche' la scelta delle classi di sua scelta dovra' rispecchiare le sue intenzioni. Poi quando sara' un Senior, dovra' fare il "SAT test", un test standard, che molte universita' richiedono prima di ammettere uno studente (le universita' private, tipo Harvard e Yale, richiede un punteggio SAT molto elevato per ammettere uno studente, altri college invece sono piu'... rilassati)

Per i nostri pargoli, l'universita' e' quasi obbligatoria, e anche fosse solo una laureettaa presa nel college della contea, per me e' una necessita'. Perche' fortunatamente qui chi ha una laurea guadagna ancora in media dal 50 al 70% in piu' di chi ha solo un diploma della high-school, e osservando gli esempi illuminanti in famiglia di carriere intraprese da chi non ha una laurea (barista, manovale, "exotic dancer"... certo, tutti lavori onesti... anzi no, per me chi fa la lap dancer come professione, e' un gradino piu' in alto della prostituta...), e' imperativo che i miei figli facciano tutti il loro "lavoro scolastico" al meglio delle loro capacita', e continuino gli studi oltre alla high school, affinche' la loro vita sia piu' facile della nostra, almeno dal punto di vista finanziario.
Perche' e' vero che i soldi non danno la felicita', ma viviamo in America e allora, anche solo considerato il sistema sanitario di qui (pur con la riforma di Obama), la sicurezza finanziaria equivale in una certa misura a quella sanitaria.

p.s.: Questo weekend la high school ha tutta una serie di eventi per l'homecoming, partita di football, homecoming dance... e povero Chris se li perde tutti... siamo troppo severi?

martedì 24 agosto 2010

Fagiolinese spicciolo et. al.

C'e' un temporalaccio monsonico con lampi e tuoni incredibili, la pioggia che batte sulle finestre, abbiamo come al solito perso la ricezione del satellite quindi niente tv.. e cosi' approfitto per postare qualche foto recente e aggiornare sui progressi della Fagiolina.


Non si capisce bene se ha stava mangiando la pasta al sugo o se stava partecipando al concorso "paint yourself with food"...

Il regalo di compleanno di J e' molto apprezzato da tutti... (questa e' una delle mie foto preferite della ciurma)

Finalmente in bici, dopo piu' di un anno e mezzo di astinenza!! (per me)

Steve, lo sterminatore di api assassine, con la testa contro il mini-alveare... Mi ha detto che viene punto tutti i giorni in media 2 o 3 volte e che e' stato attaccato diverse volte. E quando si parla di attacco, per le api assassine si parla di circa l'80% dell'alveare che ti insegue e ti punge... considerando che un alveare medio consiste di circa dalle 8 alle 15 mila api, fate voi un po' i conti. L'unico modo per sopravvivere e' entrare in un posto chiuso, la casa, anche un bidone della spazzatura... vabbe', basta con questi trivia da film dell'orrore!!

Steve ci mostra il piccolo alvearino che le api idiote avevano iniziato a costruire. Fatto in cera durissima.

Allora, la Fagiolina...
Anzitutto parla senza un attimo di sosta... cosa dice? Tra i vari suoni senza senso (per noi) si capiscono benissimo:
"HEEYAGOMOM" ("here you go Mom", quando ti da qualcosa, di solito pezzetti mezzi masticati del pasto che sta attaccando o il gioco fi turno che si trasporta in giro per casa)
"OH MAN" (si spiega da solo. Lo dice al momento giusto, quando ad esempio le dico "Non toccare" oppure semplicemente dico "No" con la voce seria.... Di solito accompagna questa esclamazione con gesti ridicolissimi, tipo coprirsi gli occhi e chinarsi come se addolorata. )
"GO" (Se io dico "Andiamo", lei risponde "go"....ancora devo capire se vuole farmi capire che ha capito e se vuole mandarmi a.....)
"UH-OH" (quando butta qualcosa per terra, dal seggiolone, dal carrello della spesa, dal passeggino... se senti questo tipico suono americano, sai che e' iniziato il famoso gioco "io lo butto per terra, tu lo raccogli e me lo ridai, e cosi' andiamo avanti per mezz'ora o finche' non ti scocci")
"DADDY" (oltre a chiamare J, Daddy, giustamente, ogni volta che suona il telefono o che accendo il computer, lei arriva correndo e gridando "daddy, daddy, daddy"... e si aspetta di sentire la voce o vedere la faccia via skype del suo Daddy...)
"MIAMIAMIA" e "BABABABA" (quando vede i gatti e i cani)
Ora vado perche' il lampo e il tuono sono sopra la casa... dov'e la pila? 'Notte

domenica 22 agosto 2010

Con genitori, ma come se fossero orfani

Intanto, tranquilli: le api sono state sterminate. Sarebbero morte da sole nel giro di 3 settimane, vista la mancanza della regina, ma sarebbe rimasto il problema dei residui di cera e del feromone lasciato sui rami, che avrebbero attratto con altissima probabilita' altri sciami. Lo sterminatore che e' venuto ha spruzzato l'area dell'albero con un liquido che maschera il feromone a base di lavanda. Le api o almeno questo tipo di api non amano l'odore di lavanda. Bene a sapersi...

Il post sulla scuola americana che sto preparando e' in fase di revisione, anche perche' voglio un po' scrivere di un altro argomento che mi sta a cuore: se un genitore non dice niente ad un figlio che non si comporta come dovrebbe, abbiamo il diritto di intervenire?

Stamattina in chiesa, nella "crying room", ovvero la stanzetta dove scappano i genitori con figli che piangono o che sono troppo piccoli per stare fermi e che consente loro di continuare ad ascoltare la messa senza dover uscire, seduta dietro di noi c'era un famiglia composta da papa', mamma e 3 bambini, uno di circa 1 anno, una di forse 3 anni e un bambinotto che avra' avuto 6 anni... e avra' pesato quanto un vitello di 1 anno! Tal bambinotto era proprio seduto dietro di me e non faceva altro che tirare calci alla mia sedia. In continuazione. Non sto a dirvi che scocciatura e che nervoso che mi e' venuto, non tanto per il comportamento del bambino: cosa ne sa' che tirare i calci alla sedia rompe i maroni alla grande a chi e' seduto sulla sedia? No, quello che mi ha fatto piu' imbestialire sono stati i genitori che NON HANNO DETTO UNA PAROLA per farlo smettere! Per un po' sono stata tentata di voltarmi e dire qualcosa al bambino, ma tutte le frasi che mi venivano in mente ero sicura che sarebbero state travisate dai genitori e causato una guerra. E cosi' sono stata zitta e ho sopportato. In fondo era solo un'ora, fosse stato un viaggio in aereo di 7 ore, avrei sicuramente detto qualcosa. Ma il concetto non cambia. Questo povero bambino ha 2 genitori ma e' come se fosse orfano.

Una settimana fa, nella zona gioco per bambini della mall, un bambino sui 2 anni ha spinto Violet per terra diverse volte, con li' di fianco il nonno che non ha diceva niente. Allora li' sono intervenuta, perche' insomma questi sono proprio i momenti in cui i bambini imparano gli elementi basilari di interazione sociale, e povera Violet, gia' e' traballina da sola, se poi un mini-troglodito la spinge...

Ho assistito a decine di episodi simili, anzi questi 2 incidenti sono tra i piu' innocui. Quante volte ho visto genitori fallire in modo eclatante nel loro ruolo principale, cioe' quello di dare un'educazione ai figli? Quante volte, di fronte all'occasione perfetta per insegnare ad un figlio una regola di vita, o una legge non scritta del vivere insieme, ho assistito al vuoto educativo di genitori cosi' presi dall'idea di essere "amici" dei figli da avere paura di dire "NO!" Quanti genitori illusi, convinti di avere figli intelligenti perche' "fanno quello che vogliono", chiamano i figli indipendenti, invece di irresponsabili.

I figli sono responsabilita' dei genitori e il dare loro regole da seguire e' imperativo. Certo che non e' facile, soprattutto quando diventano adolescenti. Magari e' anche pigrizia, perche' la fatica di continuare a spingere, tirare, sterzare, frenare i figli cosi' che non cadano in un burrone e' tanta. L'alternativa e' di lasciarli crescere allo stato brado, ed avere come risultato delle persone incapaci di adattarsi a diverse circostanze, persone egoiste ed egocentriche che non hanno nessuna idea dell'esistenza di una relazione tra comportamento e conseguenza. Ne conosciamo tutti qualcuno, ragazzini o adulti che non sanno, perche' nessuno gliel'ha mai spiegato, cosa significhi rispettare la proprieta' o i sentimenti altrui, che non rispettano ne' genitori, ne' nonni, o anziani, persone con handicap.....

Ma noi genitori siamo cosi' ciechi, sordi e scemi da non vedere il comportamenti dei nostri figli? Ce la vogliamo prendere la responsabilita' di controllare ed educare i figli o vogliamo continuare a dare la colpa agli altri per il loro comportamento allucinante?
Oppure lasciamo correre tutto e se qualcuno osa, perche' costretto dalle circostanze, sostituirsi a noialtri, siamo solo capaci di incazzarci e dire "Come osa?"

Tornare a scrivere

Sono passati 5 anni dal mio ultimo post. Settantadue mesi traboccanti di cambiamenti profondi, sociali e personali, cambiamenti cosi radical...