mercoledì 26 settembre 2012

Le buone italiane, le buste di plastica e la upper class americana: una (povera) analisi

Uno dei commenti sul mio post precedente merita un approfondimento, perche' mi sembra che la persona che ha commentato mi abbia frainteso: non e' l'uso della tovaglia che e' provinciale, ma e' il presumere che chi non la usa e' inferiore/incivile/barbaro.
Faccio allora anche io un po' di inferenza da questo commento:

"No comment... da buona italiana preferisco una tavola ben apparecchiata.. tovaglia o tovagliette fa lo stesso.. certo è che sedersi intorno ad un tavolo con tante belle buste di plastica, riscaldare nel microonde, innaffiarle di ketchup e coca cola non è la mia provincialismo cultura ... ma mi spiegate perché la uppper class americana ama così tanto le provinciali abitudini della provinciale Italia?.
God bless America!"


Sembrerebbe da queste parole, solo per opposizione di valori, che:
  1. non sono una "buona italiana"
  2. sono io la provinciale che non vede il declino della civiltà americana rappresentato anche da, e permettetemi di ri-quotare, "sedersi intorno ad un tavolo con tante belle buste di plastica, riscaldare nel microonde, innaffiarle di ketchup e coca cola "
  3. non capisco la upper class americana
Vale la pena di esplorare questi 3 punti.
  1. Si', e' vero, non sono una buona italiana. Dopo quasi 20 anni qui, fortunatamente a mio parere, ho perso la puzza sotto il naso tipica di tanti italiani. Non so nemmeno se chiamare questo snobismo "provincialismo" sia sufficiente, perché nella sua forma più radicale diventa condiscendenza ed e' veramente sgradevole. 
  2. Per essere chiari, le tovagliette qui (e nel mondo) esistono fatte di tutte le stoffe e materiali che uno puo' immaginarsi (ne ho alcune di bamboo, recentemente e accidentalmente decorate con pennarello permanente dalla mini-artista di casa), ma quando hai figli, o comunque una vita piena (figli, lavoro oppure volontariato, studio, hobbies...) le "buste di plastica" sono la scelta piu' intelligente, no? O avete mai provato a togliere le macchie lasciate sulle "buste di stoffa" o sulla tovaglia di pizzo della nonna da un'orda di selvaggi, o anche solo da chi mangia come un essere umano? Non so da dove arrivino queste idee, ma gli Americani che mangiano i "convenience foods" riscaldati nel microonde e accompagnati da coca cola e ketchup sono solitamente i milioni di Americani che vivono con i food stamps, i sussidi del governo perché guadagnano ad esempio, in una famiglia di 4 persone, meno di 25mila dollari all'anno, oppure gli anziani che sopravvivono con l'assegno del social security che in media e' di $1200 al mese, e grazie alla meravigliosa macchina pubblicitaria americana, quando uno ha 10$ al giorno per dar da mangiare alla famiglia, invece di comprarsi 1 kg di riso e 1 di fagioli, si rivolge a MacDonalds o alla sezione congelata del supermercato! Quando uno vive in un paese dove, come ho scritto nel post precedente, grazie alle lobby interessate, costa meno comprare un hamburger  e un sacchetto di patatine fritte che una libbra di pasta, allora capisci che milioni di americani non hanno scelta. Gli esseri umani sono "calibrati" per cercare cibo "ricco" di grassi (suggerisco di leggere il libro di Dr. Lisle e Dr. Goldhamer "The Pleasure Trap" per una interessante lezione antropologica sulle cause del declino della salute degli americani) e una volta che "la trappola del piacere" e quella economica sono state tese, la caduta nella spazzatura gastronomica e' praticamente inevitabile. Conosco tante persone, americane d'America, che usano la tovaglia ogni sera, ma non e' l'uso della tovaglia o meno in discussione nel post di ieri (hey, magari quando i figli saranno fuori di casa, la mia casa diventera' soggetto di un articolo su Better Homes and Gardens, tutto e' possibile, no?), in discussione era il ragionamento dietro "uso della tovaglia = superiorita' culturale", che rende impossibile osservare un'abitudine diversa magari cercando di capirne le motivazioni oppure, se proprio uno lo sforzo non ha voglia di farlo, almeno catalogarla come una peculiarita' locale. Credetemi, capisco che per alcune persone preparare la tavola e' una forma di arte, e' l'espressione magari del proprio amore per se stessi e le persone della propria famiglia, oppure anche l'estensione della creativita' culinaria, ma e' pericoloso lanciarsi in un'analisi culturale basandosi solo su quello che piace e da' piacere soggettivamente, ad una generalizzazione oggettiva. Ci sono tante ragioni per apprezzare l'Italia, e "ridimensionare" l'idea di un'America da sogno (basta leggere il blog ad esempio di Silvia o di Basilico o di Valeria, ed altri che raccontano le loro esperienze di un'America imperfetta, spesso conditi da quella nostalgia che mi  colpisce ormai solo dopo un ritorno in Italia, cosa che non succede da piu' di 5 anni...), lasciamo la tovaglia dove serve, sulla tavola di chi ha voglia e tempo di usarla. 
  3. "Conosco" la upper class americana. Be', non personalmente, ma so chi sono. La cosiddetta "upper class" e' una frazione minuscola della popolazione americana. In caso vi fossero sfuggiti gli eventi degli ultimi 12 mesi, parliamo di 1% contro il 99%, visto che la middle class, il vero "cavallo da lavoro" americano, e' ormai in via d'estinzione: in particolare, nel 2009 meno del 3% di tutte le dichiarazione dei redditi americane (140 milioni di "returns") ha dichiarato un reddito di piu' di $200.000 all'anno, e considerando che il numero usato sia dal presidente che dal congresso per definire le persone "wealthy" e' $250.000 all'anno, logicamente le persone sopra i $250mila all'anno sono meno del 3%. Ecco chi e' la "upper class": sono pochissimi americani,  anche se 2 milioni e mezzo di persone sembrano tante, se le suddividiamo in un paese che ha un'area di 3.794.000 miglia quadrate o 9.827.000 chilometri quadrati,  non bisogna essere geni in  matematica per capire che parliamo quasi dell'araba fenice. Si' questa upper class che tanto ama le abitudini "provinciali" italiane... principalmente perche' i suoi "membri" seguono The Food Network e una volta alla settimana, quando Juan il cuoco ha la serata libera, si mettono a spadellare nelle loro cucine corredate di doppio frigorifero e doppio forno in acciaio inossidabile della Viking che costano piu' di quanto un americano non della upper class guadagna in un anno... ecco si, questa e' la "upper class" americana. Vi dico che questi americani non rappresentano gli altri 297 milioni.
Molti americani sono interessati alla buona cucina, italiana ma non solo (uso il termine "buona cucina" anche se per me non lo e', ma e' quella che convenzionalmente viene considerata tale) e partecipano a classi di cucina, seguono le trasmissioni sul Food Network, imparano, integrano... a mettere 300 milioni di persone sotto lo stesso ombrello si rischia di correre il rischio di fare la figura di provinciali...

Correggetemi se sbaglio, ma ho la strana impressione che nessuno vada a vivere in Giappone per poi dichiararne gli abitanti incivili o inferiori culturalmente agli Italiani, perche' mangiano sul tatami, in pratica per terra. Perche' invece con gli americani, si'?

15 commenti:

  1. la tovaglia la trovavo inutile anche quando stavo in Italia.
    Uso anche io le tovagliette. Mangiare direttamente sul tavolo non mi piace, ma se qualcuno lo fa non lo considero certo un barbaro :)
    Detto questo, credo abbia ragione Alex, siamo molto provinciali. Giudicare il livello di civilta' di un popolo utilizzando il metro della tovaglia si'/tovaglia no mi pare non proprio ridicolo.

    Non capisco perche' si debba dire che un popolo e' migliore di un altro. Ogni cultura ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Poi ognuno vive bene o meglio in un posto piuttosto che in un altro, ma sono gusti.

    forse gli americani sono giudicati piu' dei giapponesi o di altri popoli semplicemente perche' li conosciamo di piu'.

    valescrive

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  2. ecco.... visto che era nato da una mia affermazione avevo già risposto di la senza leggere il tuo approfondimento... ;-)

    Ma forse è solo un malinteso...

    ---Alex

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  3. mi ero persa il discorso, ma vedo che hai già spiegato bene il tuo punto di vista.
    Sai moky, a volte penso che ci siano persone che leggono un po' di fretta un articolo, un post, una storia, e si sentono punti sul vivo per qualche motivo, scrivendo poi di getto senza controllare se il commento è pertinente all'articolo/post. Anche a me anni fa capitava (ma ero giuovine e il sangue mi andava alla testa in tempo zero). Forse è successo qualcosa di simile all'anonimo del precedente post, perchè altrimenti non capisco davvero il nesso tovaglia=essere buon italiano. Secondo me davvero ha solo sbagliato a esprimersi!!!

    ps io dai giapponesi copio un sacco di idee, quelle che ritengo buone, quelle che non mi piacciono le lascio perdere. Qualunque persona di un minimo di buon senso farebbe così in generale, no? Ecco, anche con la cultura americana si può fare the same thing, quindi inutile fare paragoni.

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  4. Moky, i tuoi post sono unici e li leggo con voracità!

    e poi io ho sempre amato le tovagliette, appunto, americane! pur avendo un armadio con ripiano pieno di tovaglie. Anzi...oggi faccio decluttering e ne regalo la metà, a me non servono praticamente mai.
    scrivi bene ma soprattutto sai spiegare con indubbia bravura argomenti interessanti, e io che vivo al di qua del "charco", ossia dello "stagno" (Oceano Atlantico), ma ho la sorellina e cognato americani, adoro approfondire questi argomenti che ci proponi.
    a quando il libro?
    grazie...
    chiara

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  5. A mio avviso di sicuro non si può fare l'equazione tovaglia=cultura di un popolo (e diciamolo le tovagliette sono anche molto belle e decorative e si può creare una tavola favolosa e poi un bambino piccolo si può appendere alla tovaglia trascinandosi addosso tutto col rischio di farsi male), però modo di mangiare(nel senso di qualità del cibo)=cultura sì e infatti sono le classi più povere e anche meno colte a nutrirsi peggio e un paese civile dovrebbe a mio avviso occuparsi di questo tema. Ma noi siamo abituati ad uno stato molto interventista (nel bene e nel male).
    Di sicuro non solo la cucina italiana nel senso di mediterranea (e pertanto di diversi paesi) è salutare, ma molte altre; di sicuro lo sono e molto di più quelle orientali tradizionali; per mia ignoranza non conosco la cucina tradizionale degli stati uniti, ma di sicuro era meglio di quella creata dalle lobby.
    ciao francesca (e vabbè noi in Italia che rosichiamo quando vediamo la vostra meritocrazia e giustizia, almeno ci dobbiamo consolare con la cucina, sperando di non importare dagli USA proprio le abitudini alimentari ... e siamo sulla buona strada he ;-))

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  6. Moky, non avrei perso tutto questo tempo a rispondere a questo "sociologo" o "sociologa" che nemmeno si firma. E che analizza l'America con argomentazioni (si fa per dire) a dir poco banali!
    Un abbraccio


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  7. Ecco, sì, io spero un giorno di diventare come te, cioè una che sta bene dove sta ma non per questo abbandona il suo spirito critico. Io purtroppo adesso sono in una fase un po' sbilanciata, però ci provo, a riequilibrarmi! :-)

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  8. una cosa che non capisco è perchè a priori bisogna pensare male di chi guadagna tanto. Magari lo stipendio se l'è sudato e se lo suda tutt'ora.Mi avvicino allo stipendio della cosiddetta Upper class ma non ho un cuoco personale, non vivo nel lusso sfrenato e non mi credo chissà chi. Lavoro un sacco e vivo come una persona normale perchè cerco sempre di mettere via soldi per pensare la futuro dei miei 3 figli per dargli un vita più semplice della mia. Non bisogna mai generalizzare, mai.

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  9. Concordo con la tua analisi, perfetta. Tranne che nella questione del lavaggio del cervello circa mc donald's, junk food e compagnia bella. Perche' a mio parere il punto e' che chi ha meno possibilita' ha anche meno "cultura", passami il termine, e non sa mangiare e processare verdura fresca ed alimenti sani: e' molto piu' semplice entrare al fast food e ciao. Per quanto riguarda i food stamps e gli aiuti governativi, almeno parlando della Florida, per quanto ne so sui buoni c'e' scritto sopra cosa puoi comprare, non e' un'elargizione di denaro e ciao. Pero' magari stiamo parlando di due cose diverse.

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  10. A onor del vero il problema di processare cibi freschi e' anche che, se vivi ad esempio in un trailer o in una casa di una camera e mezza con angolino cottura, come capita a tantissimi poveri americani, diventa difficile cucinarli come si deve. A questo proposito suggerisco il bel saggio Nickel and Dimed della Ehrenreich.
    Per il resto sono d'accordissimo sullo snobismo di alcuni, forse molti, italiani. Il problema, per come la vedo io, e' che in Italia si resta veramente troppo tempo a casa di mamma e papà, spesso anche per motivi drammaticamente validi, e si perde una tappa a mio avviso fondamentale.

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  11. @MJ posso dirlo??? beato te (che hai un bello stipendio)! Si vede che guadagni tanto perchè lavori tanto, cosa che magari a tanti non succede in alcuni posti nel mondo. E' bello avere disponibilità di denaro, e non è una colpa.
    E' colpa sprecare, ce è una cosa totalmente diversa.

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  12. Si beato me è vero, ma non sono un figlio di papà e se sono arrivato dove sono a solo 30 anni è perchè evidentemente me lo sono sudato e tanto e come me ci sono tante altre persone. Si spreca tanto è vero ed è uno schifo pensare come certe persone buttano via i soldi. Però a me sembra sempre che se uno guadagna tanto venga sempre a priori giudicati male, senza fermarsi a pensare che non è il conto in banca che identifica una persona.

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Sono passati 5 anni dal mio ultimo post. Settantadue mesi traboccanti di cambiamenti profondi, sociali e personali, cambiamenti cosi radical...