martedì 2 ottobre 2012

Meglio essere ricchi, poveri o giusti?


Volevo prendere spunto dal commento di MJ al mio post precedente, in cui dice:

"una cosa che non capisco è perchè a priori bisogna pensare male di chi guadagna tanto. Magari lo stipendio se l'è sudato e se lo suda tutt'ora.Mi avvicino allo stipendio della cosiddetta Upper class ma non ho un cuoco personale, non vivo nel lusso sfrenato e non mi credo chissà chi. Lavoro un sacco e vivo come una persona normale perchè cerco sempre di mettere via soldi per pensare la futuro dei miei 3 figli per dargli un vita più semplice della mia. Non bisogna mai generalizzare, mai." 

Non conosco MJ personalmente, solo dai commenti che lascia sul blog, ma so che e' un ottimo papa', penso anche un ottimo marito, che ha la famiglia come priorità. Da questo commento deduco che sia anche uno che lavora duro, come ce ne sono, spero, tanti. E che ha un ottimo stipendio. Come ce ne sono pochi.

Ho riletto il mio post, non mi sembra di parlare male di chi guadagna tanto, ma ammetto che il mio tono e' piuttosto arrabbiato, e questo e' dovuto essenzialmente a due motivi: la campagna elettorale repubblicana delle ultime settimane e la costante esasperazione dell'idea secondo cui "chi ha di piu' se l'e' guadagnato" e,  per banale sillogismo, "chi ha di meno, se lo merita", che la destra americana continua a predicare da ogni pulpito che trova disponibile. E' un'aberrazione della mentalita' americana che tanto ammiro, e cioe' che qui e' ancora possibile aver successo, lavorando duro e magari con un po' di fortuna...  mentalita' che senza un contesto di partecipazione sociale diventa solo un'esaltazione miope dell'individualismo, dell'egoismo razionale propugnato dal nuovo idolo del tea party, Ayn Rand. 

Certamente, una gran parte di chi guadagna tanto ha lavorato e lavora tanto, ha magari investito parecchi soldi in un'educazione universitaria e post-universitaria... ma vogliamo forse implicare che chi ha un guadagno più modesto, lavori meno duramente? 
Mi volete forse dire che il magazziniere di Walmart, che per 8+ ore muove containers, seduto sul suo muletto o "a mano", sposta, alza, impreca contro scatoloni di merce, per uno stipendio da minimum wage, o poco piu' (la "paga minima" federale e' $7,25 all'ora.) non si fa un mazzo anche lui? Forse per questo magazziniere, nato magari in un famiglia dove l'educazione scolastica non e' considerata una priorita', dove magari 20mila dollari  all'anno per l'universita' sono un'utopia se non un'assurdita', dove magari l'abuso di alcohol o di droga e' la normalita', riuscire a trovare un lavoro da Walmart e' un successo. 

O forse che l'insegnante che tutti i giorni, spesso anche durante l'estate per non perdere lo stipendio durante le vacanze, si trova a dover cercare di inculcare qualche pezzo di informazione a 30 bambini/ragazzi, i nostri figli, e che guadagna una media di 47mila $ all'anno (stipendio medio in AZ di un insegnante), e' perche' non e' sbattuto o si  sbatte abbastanza?

Non voglio entrare in una discussione sulla distribuzione della ricchezza nelle societa' capitalistiche, perche' sarebbe completamente fuori dalle mie capacita', ma secondo me chi guadagna tanto (e con tanto, vi ricordo che il reddito medio americano e' sui 50mila$ all'anno, contro chi e' si trova all'inizio della graduatoria dei "ricchi" e che guadagna almeno 5 volte tanto) dovrebbe avere ALMENO la stessa responsabilita' fiscale di fa i salti mortali per pagare l'affitto di un bilocale in un condominio degno della trasmissione "Cops". 

L'ho gia' scritto e lo ripeto: noi paghiamo il 28% del nostro reddito famigliare (100mila $ all'anno) di tasse federali, tutti gli anni, senza poter scappare. 

Miliardari come Romney pagano, quando pagano, il 13% del reddito famigliare (nel suo caso, ad esempio, 14 MILIONI $ nel 2011). 

E si vogliono lamentare? Si sentono perseguitati? Leggete questo articolo, e' lungo e anche un po' complicato (dal New Yorker, quindi...), ma vale la pena. Leggetelo di fronte a un bicchiere di vino, o una mega tazza di caffe'... 

Sono onesta: per la nostra famiglia, un'aggiunta al reddito annuale di 15mila $ farebbe una differenza ENORME! Potremmo mandare Chris all'universita' senza incorrere ad ulteriori debiti, potremmo comprarci una o due vetture leggermente piu' nuove di quelle che guidiamo adesso, potremmo forse venire in vacanza in Italia una volta ogni tot di anni... 

E d'altra parte, se Romney pagasse un altro milione e mezzo di $ all'anno di tasse, la sua vita non cambierebbe molto, forse niente. Potrebbe sempre utilizzare l'ascensore per le cadillac della moglie, potrebbe sempre pagare per le lezioni di balletto (dressage) per Rafalka... insomma, anche pagando il 28% come facciamo noi della middle class, i super-ricchi sarebbero sempre super-ricchi. 

I ricchi vengono visti con ostilita', in molti casi, non perche' lavorano tanto = guadagnano tanto, ma perche', in generale, non contribuiscono quanto chi non ha scelta, grazie alle varie scappatoie fiscali e legali create, guarda un po', proprio da loro (attraverso lobby al congresso e, di recente, in maniera diretta grazie a Citizens United).

Penso sia giusto che chi abbia una grande responsabilita' in una ditta riceva un compenso adeguato, ma ricordiamoci che lo stipendio del Presidente degli US e' di 400mila $ all'anno, più un conto spese e un paio di altri benefits, per un totale di circa 550mila$ all'anno. Persone come Romney guadagnano decine di milioni di $$ standosene seduti sul divano, o sul campo di golf ... 


Uno dei dati piu' scioccanti che ho letto recentemente e' questo, in poco piu' di 30 anni, dal 1978 al 2011, in America il compenso medio di un CEO e' cresciuta del 727%
Di quanto e' cresciuto il compenso medio di un lavoratore del settore privato in posizione non manageriale nello stesso arco di anni?

La risposta e' del 5.7%.

Non so a voi, ma quando ho letto questa statistica, mi sono usciti gli occhi dalle orbite. 

Ecco dove mi incazzo, MJ.  Nella differenza abissale di reddito tra chi lavora (tanto o poco, chi puo' giudicare?) e guadagna poco e chi invece guadagna di piu' perche' .... (si sbatte di piu'? Ha avuto piu' fortuna? E' piu' intelligente? Piu' attraente? Una combinazione di tutti questi elementi, e di piu'?)


Una volta in macchina con un'amica, una "bleeding heart liberal" come forse lo sono anche io, passiamo di fianco ad uno dei pochi barboni di Sierra Vista. La mia amica ha avuto gravi problemi economici, il marito ha perso il lavoro e lei per mesi non riusciva a trovare niente (ora finalmente lavora come paralegale per l'ufficio della difesa della contea), ma nonostante questo, tira fuori una banconota da 10$ e la porge al barbone. Stessa scena con un'altra amica, questa e' anti-Obama, di destra insomma, passando di fianco ad un barbone lei dice "Get a job!"

Certo, il barbone potrebbe trovarsi lavoro... ma come fa? Una volta che, per colpa o sfortuna, si cade nel precipizio (senza casa, senza lavoro, magari tossico o alcolizzato), tornare in vetta e' impossibile o molto difficile. 
Mi direte che uno puo' "scegliere" di vivere in un certo modo... e vi rispondo che non e' sempre vero. 
Vi assicuro che basta un incidente, una malattia, un passo falso perche' anche noi ci ritroviamo senza casa, al lato della strada con una latta in mano. Non ci credete? Vi racconto questo episodio abbastanza difficile della mia vita qui negli US: nel 2002, Vivian non aveva nemmeno 2 anni, mio marito finisce ricoverato in un ospedale psichiatrico per una settimana. Non vi racconto i dettagli, ma io ero a casa, da sola, con 3 figli di (anni 7, 3 1/2 e 1 1/2), e una spada di Damocle spenzolante sopra le nostre teste... e se non fosse piu' riuscito a tornare al lavoro? E se si fosse suicidato? (Statisticamente, il 15% di persone con la bipolare si tolgono la vita), e se ... e se... 

Un singolo evento, su cui non avevamo nessun controllo, sarebbe stato sufficiente per farci finire per strada. 
E allora tutti gli anni di scuola, il gran lavorare, sarebbero finiti in un gran bel fallimento. Fallimento di chi, mi chiedo? Certo non il nostro, ve lo garantisco.

Lo so che non bisognerebbe generalizzare, ma la verita' e' che quando si parla di categorie economiche, inevitabilmente si finisce per generalizzare.  Nessuno penserebbe male dei ricchi, se i ricchi non facessero di tutto, incluso nascondere i soldi in paesi come le Isole Cayman (qui un articolo interessante sui paradisi fiscali dei ricchi americani), per non pagare quello che e' giusto. Non di piu', certamente non di meno, ma l'ammontare che e' giusto ed equo.

Ecco MJ, forse quello che traspare dal mio post precedente e' la rabbia contro quello che ho visto e sentito nelle ultime settimane. Hai lavorato tanto, hai immagino avuto anche un pizzico di fortuna (forse, magari no, magari e' stato tutto merito personale), e sono felice che tu abbia la possibilita' di vivere una vita' piu' rilassata dei milioni di altri cittadini che, avranno lavorato meno sodo? Saranno stati meno fortunati? Non so, forse una combinazione di entrambe le possibilita', ma che comunque lavorano o hanno lavorato e che fanno fatica a stare a galla.

Io personalmente non ho niente contro di te o chi guadagna di piu' e paga le tasse giustamente. Anzi, come genitore spero che i miei figli riescano anche loro ad avere una vita meno complicata e piu' tranquilla, proprio come fai tu. 

Ma quando uno ha l'appartamento multi-miliardario a Manhattan, la villa alle Hamptons, la casa al mare a St. Bart e la baita ad Aspen... sarebbe giusto che contribuisse nella stessa percentuale che Moky e famiglia contribuisce all'andamento del paese, ogni anno. Sarebbe giusto.

Tutto qui. 

8 commenti:

  1. gia'... tutti vedono che in america si puo' in un attimo salire dalle stalle alle stelle, ma e' anche vero il contrario, che basta un niente, si perde il lavoro, si perde l'assicurazione medica, e in un attimo si finisce in mezzo alla strada....
    e' questo che mi fa paura degli USA.

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  2. anche qui una persona ricca non si rende conto di cosa significhi vivere con uno stipendio normale. non parlo nemmeno del poveretto, del clochard, del drop out: intendo una persona normale con uno stipendio, ad esempio da impiegato o insegnante.
    non ci sono margini...eppure le tasse le paghi addirittura in anticipo e non sfuggi.
    se capita qualcosa, non hai margini di manovra.
    ecco perchè anche a me sembrerebbe giusto che i ricchi contribuissero come noi alle sorti del paese.
    e anche i politici e i faccendieri di cui l'Italia è piena!
    chiara

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  3. non so se hai letto "nickel and dimed", una esperienza di una giornalista che ha provato a vivere la vita del minimum wage in america. Da quando l'ho letto, cerco di non essere mai piu' impaziente con commesse e altri al minimum wage, guadagnano pochissimo,devono essere gentili sempre, sono sempre al limite della poverta'. Io ho avuto molta fortuna e un ottimo lavoro, ma ci vuole nulla a crollare. E qui, non abbiamo nemmeno la famiglia che ci aiuta, come moltissimi in Italia. Baci Letizia

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  4. Non avresti potuto dirlo meglio: è banalmente una questione di equità (anche se io personalmente sostengo il principio costituzionale italiano della progressività proprio perché se un riccone paga una percentuale superiore di tasse rispetto al poveretto con la pensione minima, questo influirà marginalmente sul suo tenore di vita)

    Il problema, anche qui, è che la destra conservatrice cerca di fregare la gente comune allettandole con questo specchietto delle tasse ma poi in realtà, ottenuto il consenso, gli unici beneficiari sono loro

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  5. questa e' l'America che mi paura.
    E' la terra delle opportunita', e' vero, ma e' anche facilissimo perdere tutto. I miei studenti, e sono adulti e sono ricchi, hanno questa paura, sanno che puo' succedere. La pensano come te. D'altronde non puoi aspettarti altro in un paese in cui non esiste solidarieta' sociale e cosi' e', like it or not.

    Quando leggo nei blog di italiani negli USA che qui il sistema funziona bene, io un po' sono d'accordo e un po' penso che non hanno visto ancora abbastanza. Non hanno ancora fatto i conti con le conseguenze di un sistema che e' perfetto nei suoi ingranaggi finche' sei dentro, ma se ne esci sei finito per sempre. E' un sistema perfetto che non perdona.

    Sai che non amo questo paese e non lo amo perche' non e' il mio paese, ma so e vedo che ha un miliardo di aspetti positivi e non li dimentico mai, ma gli aspetti negativi, fossero anche un paio, mi terrorizzano perche' possono sul serio distruggerti la vita.

    e sull'equita' sono piu' che d'accordo

    valescrive

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  6. ho ispirato anche un post in un blog non so se sentirmi onorato o meno. Ci sarebbero tante cose da dire, ma sinceramente non mi và di farlo.

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  7. No sono veramente ignorante, non avevo la minima idea che negli USA chi guadagna di più paga meno tasse. Io come già detto in un commento credo nel sistema progressivo e nel concetto che le tasse servano anche per un ristoro di chi è più sfortunato (e per riequilibrare le conseguenze dell'economia che certo non guarda a malattie e handicap di natura fisica o sociale; ma uno stato dovrebbe occuparsi di queste tematiche altrimenti in fondo serve solo a mantenere l'ordine e la sicurezza). Ma come è possibile che in una democrazia passino leggi sfavorevoli alla maggioranza dei cittadini (allora non siamo "fessi" solo in Italia dove questo succede purtroppo).
    In ogni caso penso che in un paese civile non dovrebbe esistere un lavoro lecito a tempo pieno con un reddito inferiore a quello minimo per soddisfare le esigenze di cibo, medicine, casa (anche piccolissima), vestiti .. cioè i beni primari di una persona. E io ci metterei pure l'istruzione.
    Purtroppo poi il discorso della retribuzione relativamente ai diversi lavori svolti discende solo da meccanismi economici e relativi al mercato del lavoro e non dalla qualità (e quantità) e difficoltà e dall'importanza del lavoro svolto: molti lavori poco redditizi sono importanti per la società (come quelli da te citati). In generale tutti i lavori di "servizio" alla persona, in quanto meno redditizi per propria natura: ma vorrei vedere un mondo senza infermieri (e anche senza spazzini).
    ciao francesca

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  8. concordo con te. la cosa che mi fa arrabbiare (parlo chiaramente per le cose qui in Italia) è che il cittadino medio paga le tasse e si fa un mazzo così per arrivare a pagarle e quelli che guadagnano un botto trovano sempre tutti gli escamotages per non pagare quanto devono... (vedi medici specialisti luminari da 200/300 euro a visita da mezz'ora, che non ti fanno le fatture... facciamo i conti di quanto guadagnano in nero questi qui...)
    Per non addentrarmi nel discorso di quanti soldi assurdi guadagnano quelli che stanno al governo, che, oltretutto, credo siano, più o meno tutti, una massa di grandi lestofanti.

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Sono passati 5 anni dal mio ultimo post. Settantadue mesi traboccanti di cambiamenti profondi, sociali e personali, cambiamenti cosi radical...