venerdì 7 marzo 2014

Carosone ce lo aveva detto nel 1956….

Claudia (la super-creativissima autrice del blog "Mamma Claudia e le Avventure del Topastro" www.pollon72.blogspot.com... se non lo conoscete, andate a visitarlo...) ha citato la Maratona di Rimini in suo post su FB. Niente di strano, lei vive nella zona, ed e' probabilmente la fonte più informata su quanto succede in Romagna per famiglie e bambini. 

Quello che mi ha lasciato a bocca aperta e' stato il fatto che la Maratona di Rimini e' chiamata, sul sito e sulla pagina FB "Rimini Marathon" ma non solo, la maggior parte delle attività ed eventi relativi alla maratona e' chiamato in inglese: Kids Run, la corsa per bambini e Family Run al posto di corsa per famiglie, Run Mug, la tazza della corsa ricordo, runner e' chi corre, trail, invece di sentiero, charity invece di donazioni, etc.

Io ho trovato la cosa estremamente ridicola perché per tutti questi termini inglesi, peraltro usati correttamente (perché bisogna dare agli organizzatori il giusto credito di non aver scritto cose da unghie sulla lavagna per chi parla davvero inglese, come "show cooking", invece di "cooking show" come avevo letto su questo sito tempo addietro…  si dice COOKING SHOW, ignorantoni!!), esiste un esatto corrispondente italiano totalmente valido; non si tratta di usare parole straniere ormai parte del patrimonio linguistico italiano da decenni (weekend invece di fine settimana, ad esempio) oppure neologismi relativi all'uso di nuove tecnologie o parole che sono parte di una specifica attività lavorativa, ma di snobbare la lingua italiana, non per necessita' ma per superiorità (presunta, ovvio). 
Non sono una purista della lingua italiana, diomio no, non lo sono per niente (e se mi leggete da un po' lo sapete benissimo che sarei bannata interdetta a vita dall'Accademia della Crusca), ma questo in particolare mi sembra uno sfoggio assolutamente gratuito e inutile dell'inglese, fatto penso solo per "tirarsela", visto che e' dal dopoguerra che l'inglese viene identificato con un certo livello di disinvoltura e "fighitudine" (Crusca, mi ascolti?), per scopi pubblicitari e marketing: ragazzi, questa non e' una maratona come tutte, no… quelle sono per i loser… questa invece e' una marathon, una cosa nuova, una cosa diversa, dove i figli vostri non sono bambini, sono KIDS, vuoi mettere?! Dove l'atto di donare 1 euro non e' solo solidarietà, e' charity: voi date un euro, ma e' come se fossero 3 dollari! 

Non solo, mi sembra una scelta un po' ipocrita in generale scoprire come in Italia ormai l'inglese venga orami usato nella quotidianità per definire azioni, eventi, idee invece di usare normalissime parole italiane, come se l'italiano non fosse più sufficiente, in quanto quasi quotidianamente mi capita di leggere post e commenti fatti da italiani che vivono qui in America, o la visitano, che sfottono gli americani per come pronunciano parole italiane come mozzarella, bruschetta, parmigiano, cappuccino, gnocchi, latte [inteso come caffellatte], etc. Sempre le stesse cose, scegliete un blog di un expat in America a caso (anche il mio, eh?) e troverete senza dubbio un post in cui l'autore o autrice ridacchia e sfotte il povero malcapitato di turno quando lo sente dire le parole suddette (tutte relative alla gastronomia, tra l'altro) spesso (non sempre) con quel senso di "superiorità" che mi da' sempre fastidio. Quindi la scoperta di questo esempio di uso insensato dell'inglese mi ha dato un'idea: vorrei sentir pronunciare tutte queste parole (e sono sicura che marathon sarebbe in cima alla lista come pronuncia da buttarsi a pancia all'aria, e trail sicuramente seguirebbe tragicamente a brevissima distanza) da un gruppo qualsiasi di italiani (che tra l'altro l'inglese lo dovrebbero studiare a scuola per anni, a differenza degli americani), registrarle e usarle ogni volta che leggo un italiano lamentarsi/sghignazzare della pronuncia americana… perché e' vero che sentirli dire bruscetta fa' ridere, ma e' anche vero che non esiste un corrispondente inglese per nessuno di questi termini (tra parentesi, tutti gastronomici). Mentre invece per marathon.

Insomma, cosa ne pensate: buona idea, o idea quanto meno strana con accenni di ridicolo? Fusione culturale/linguistica inevitabile, o scelta forzata per sentirsi diversi da quelli che si e' e un po' più fighi?
E' vero che, linguisticamente parlando, ci troviamo di fronte ad un progresso di anni luce dagli anni in cui il massimo dell'inglese popolare era rappresentato da Celentano che cantava "Prisencolinesinalciusol" ma le parole della famosissima canzone di Carosone del 1956 hanno oggi un peso profetico.

 

20 commenti:

  1. Ecco qua!
    http://ninehoursofseparation.blogspot.it/search/label/Dizionario%20Itanglese-Italiano

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  2. Io però non mi sento snob. La risposta, come ho già scritto su facebook, non ce l'ho. Non lo so perchè c'è questa moda o tendenza ad usare tantissimi termini inglesi ma visto che non mi pare una cosa dannosa mi sono semplicemente adattata pure io. Sulla pronuncia non posso che darti ragione e penso che sai benissimo che in Italia si studia inglese per tanti anni, sì, ma non con insegnanti madrelingua inglesi! Sono curiosa di leggere qualche commento di chi ha una sua teoria riguardo il motivo per cui utilizziamo tanti termini stranieri!

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    1. No, tu non sei snob per niente, Claudia. O avresti chiamato il tuo blog "Claudia the Mommy and the adventures of the Mousy"…

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    2. Che strano che è in inglese il nome del mio blog :-D

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  3. Ti leggo spesso ma non ho mai commentato. Sono d'accordo con te ma vorrei aggirungere una riflessione: oltre a rendere l'iniziativa piu` "cool" e appetibile usando termini inglesi e non italiani, non potrebbe anche essere che gli organizzatori stiano mirando a un pubblico preciso? Alle maratone di solito partecipano persone di ogni nazionalita`, quindi l'idea e`: se usiamo l'inglese rendiamo l'evento internazionale e attiriamo piu` partecipanti. Ed e` piu` facile per chi e` nel giro cercare le informazioni su internet, Google tirera` fuori risultati per chi fa ricerche in inglese eccetera.
    Ciao, Angela

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    1. Ciao Angela. Il tuo commento mi ha fatto pensare, ma non sono sicura che siano queste le ragioni dietro l'uso esagerato di parole inglesi, e ti dico perché: quando uso la chiave di ricerca "marathons italy", google mi porta su una serie di siti, in inglese, dove vengono messe in lista le maratone in Italia, oppure sul sito in inglese delle varie maratone (dove vengono usate appunto le parole da me incriminate). Se anche avessero usato le parole italiane sul sito in italiano, e le parole inglesi nel sito in inglese, googl, Bing etc, avrebbero trovato il sito e io, fossi stata esclusivamente anglofona, avrei letto il sito in inglese comunque, non quello in italiano.
      Poi parliamo della pagina facebook, dove scrivono cose tipo "Tranquilli non è un trail ... Rimini marathon piatta al punto tale che non vi resta che fare il vostro PERSONAL BEST TIME" (o copiato e incollato).. Perché? certo non per ragioni marketing…
      Insomma, capisco tutto, il cercare di raggiungere un pubblico più ampio (e infatti anche la Maratona di Firenze e' "Firenze Marathon"), anche ti garantisco che visto che hanno una pagina inglese, se l'avessero chiamata Maratona di Rimini, sarebbero stati "trovati" da chiunque chiave di ricerca in inglese…
      No, continuo a sostenere che, almeno in questo caso, si tratta di cercare di rappresentarsi in modo diverso, più "figo"… usando parole inglesi in modo assolutamente non necessario. Per tirarsela.

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    2. Ciao Moky...ti avevo scritto anche su FB, ma non come (stavo cercando notizie sulla Maratona appena conclusa!) sono approdata sul tuo blog....e dopo quello che ho letto non riesco a non commentare! La mia, lo dichiaro subito, è una difesa accanita!!! Primo perché conosco molto bene il Presidente (marito!) e gli organizzatori di questa maratona e ti posso dire che sono tutto fuorché persone che se la tirano!!!! secondo perché l'Italia è davvero cambiata! Io sono come te una sostenitrice della Lingua Italiana (ma non faccio parte di nessuna Crusca!) e mi scandalizzo più per un congiuntivo usato a caso o quelle K che per forza devono sostituire le C....ma se si usa un termine inglese al posto giusto non ne faccio una malattia! e non giudico chi lo fa un figo! per di più, come ti avevo già scritto, questa è solo una operazione di mercato (anche se marketing ci stava meglio!)...la Maratona si rivolge all'estero e non so se sai ma l'italiano non lo parla davvero nessuno (a parte qualche parola come pizza, bravo, mafia e ciao), mentre l'inglese è comprensibile a tanti, anche al polacco che ha partecipato e vinto la Prima edizione della Rimini Marathon! :-)

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    3. Rafaella, capisco il tuo/vostro punto di vista, e immagino tu abbia, almeno in parte, ragione. Perché in effetti, siccome il sito della Marathon ha una pagina in italiano e una in inglese, non capisco come mai in quella italiana solo alcuni sottotitoli sono in inglese, mentre altri sono in italiano… forse ha a che fare con il fatto che normalmente gli italiani ora dicono, parlando dei propri figli, "I miei kids vanno a fare una run"? Se faccio la ricerca Rome Marathon google. com mi da come risultato il sito della maratona di Roma, indipendentemente dal fatto che io l'abbia cercato con entrambi i termini inglesi. Quindi il vincitore polacco avrebbe trovato il sito per iscriversi senza problemi, anche se fosse stata chiamata Maratona di Rimini...Capisco il discorso marketing, ma secondo me, e non dico di avere ragione, sembra un'esagerazione ingiustificata. E comunque e' stat un successo nonostante le mie spulciature linguistiche, e credo che alla fine sia quello che conta.

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  4. Ti copio anche qui la mia seconda risposta su facebook: Monica penso che se tu fossi vissuta qui negli ultimi 20 anni avresti vissuto questo cambiamento graduale sulla tua pelle e forse ti sembrerebbe normalissimo, come pare a me, che ora in Italia si usino tante parole inglesi. Tu lo hai notato nel sito della maratona perchè era evidente, per te, io ad esempio neppure me n'ero accorta! Usiamo parole inglesi in continuazione, non so se è bene o male e non so spiegarti il motivo ma, ripeto: non mi pare così dannoso. Vengono usate ovunque e per ovunque escludo i campi che tu citi anche nel post, ovvero ambiti lavorativi in cui sono appropriate perchè a volte non c'è un sinonimo italiano altrettanto efficace. Sono sui giornali, in tv, nelle scuole, nei negozi, nel linguaggio parlato di tutti i giorni...Io non parlo inglese, l'ho studiato a scuola ma non ho mai avuto occasione di utilizzarlo e quindi ho praticamente dimenticato tutto. Tantissimi anni fa ho fatto un corso perchè la ditta dove lavoro mi aveva affidato un incarico che prevedeva contatti con persone che parlavano inglese e per un po' di tempo sono riuscita a cavarmela. La mia pronuncia è pessima, lo so, e ho dimenticato di nuovo tutto Le parole che usiamo spesso però ormai fan parte del linguaggio comune e a me, come a tanti, pare normalissimo usarle. Sono entrate piano piano a far parte del nostro linguaggio e mai mi verrebbe in mente di usare la parola "bambinaia" al posto di "baby sitter". Potrei farti un elenco lunghissimo delle parole che utilizzo ogni giorno e rimarresti stupita perchè a questo punto penso che tu non ti renda conto di quante sono, sono davvero tantissime. Chiaramente c'è chi ne usa di più e chi meno e i giovani sono quelli che ne fanno un uso più massiccio. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano altri italiani ma mi pare che la discussione non interessi a tanti...

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    1. Ti ho un po' risposto su fb. Ti copio parte del mio commento sul post di Silvia:
      "Secondo me questo uso spropositato da' fastidio solo a chi parla inglese correttamente. A tutti gli altri non frega una cippa, perché, e qui mi butto nel vangelo, "non sanno quello che fanno".
      Siete tutti un po'… colpevoli… :)

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  5. In realtà se ne parla molto. Tanto per fare un esempio, dai un'occhiata a questo articolo di Annamaria Testa, e anche ai commenti, molto interessanti:
    http://nuovoeutile.it/lingua-italiana/

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  6. sono d'accordo con te... anche io in passato mi sono lamentata della pronuncia di parole italiane in america: non per come le pronunciano loro, ma perche' ci rimasi malissimo che pronunciandole io "correttamente" loro non mi capivano... poi me ne sono fatta una ragione, ma era qualcosa che ingenuamente mi colse di sorpresa... hai ragione tu, e' come se un americano va in italia e sente un italiano dire "marathon" o tantissime altre cose... mi ricordo benissimo la mia amica svedese mi prendeva in giro per come dicevo "show" :-)

    quello di cui l'italia ha bisogno non e' l'uso d parole inglesi quando c'e' l'equivalente italiano, ma di mandare in onda film in lingua originale!

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  7. e vogliamo parlare del fatto che ora si fanno tutti il "selfie" e nessuno si fa piu' l'autoscatto?????

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    1. hahaha! E' vero! Io pero' selfie lo collego sempre all'autoscatto con il cellulare… o alle foto che si vedono su fb o twitter fatte in bagno in mutande!!!

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  8. La mia è probabilmente una voce fuori coro, ho da poco fatto 20 anni ma seguo volentieri da molto tempo il tuo blog, che per un motivo o l'altro mi piace seguire.Sarà che mi piacciono i post (oh bene ahaha sto utilizzando una parola inglese ahahahaha tanto per restare in tema) riguardanti tematiche varie, sia quelle legate al paese in cui vivi, ma anche quelle legate alla famiglia e ai figli. In riferimento al fatto che noi italiani utilizziamo svariati termini inglesi e (spesso) ridiamo sugli errori compiuti dagli americani per quanto riguarda i termini italiani è vero...purtroppo è la pura verità. Da ragazza giovane ( e con questo non voglio dare della "vecchia" a nessuno) posso dire che questo utilizzo smodato dei termini inglesi è parecchio presente tra i giovani ( e non solo) ed io stessa ne faccio in primis un grande utilizzo. Sul perchè noi italiani ne facciamo uso...beh non so il motivo reale, ma a mio parere credo che tra le varie motivazioni vi sia quella legata all' estetica del linguaggio. Giusto in questi giorni sto studiando per un esame di Glottologia e leggendo come la maggior parte dei paesi spesso utilizza termini dei "vicini", che siano questi britannici, americani, tedeschi e così via, ho riflettuto un pò sulla questione e sono arrivata alla conclusione che una delle motivazioni sia sicuramente il desiderio di dare una struttura estetica differente al nostro linguaggio. I giornalisti per primi utilizzano termini inglesi in grandi quantità ( spesso, oserei dire, senza saperne neanche il significato vero e proprio) e a me sinceramente (forse erro) lascia quasi pensare che questi vogliano fare sfoggio di chissà quali competenze e linguaggi aulici. L'avvento di internet e la velocità di comunicazione del periodo in cui viviamo di sicuro hanno contribuito ( e non poco) a questa contaminazione, che a mio parere non è nè una cosa negativa nè positiva. Abbiamo tante parole in italiano, perchè usare quelle straniere? Non so, probabilmente ci fa sentire più "cool", più alla "moda". Personalmente utilizzo spesso termini inglesi, ma almeno, con tutta modestia, so il significato così come la pronuncia corretta delle parole che utilizzo...il perchè? Non lo so, probabilmente il mio desiderio di utilizzare una lingua diversa dalla mia (studio lingue orientali) mi spinge a dover in qualche modo far venir fuori parole straniere che se non utilizzerei in questo modo resterebbero solo nel mio cervello in attesa di essere utilizzate nella vita quotidiana..o forse anche io indirettamente mi sono adeguata alla realtà contemporanea. In tutto questo ciò che mi fa più sorridere è come molti italiani ( e mi dispiace dirlo) utilizzino costantemente questi termini senza saperne il vero significato o li pronunciano in modo scorretto, per poi criticare gli americani e non solo per la loro pronuncia dei termini italiani...e con questo vorrei sottolineare che neanche gli americani stessi sono dei santi (ahaha giusto per scagliare una lancia a favore degli italiani)...detto questo sicuramente, mi sono forse dilungata troppo, ma avevo voglia di dire la mia e commentare per una volta...

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  9. Ciao Sakura. Sono d'accordo con quanto dici. E' vero che i giovani assorbono i cambiamenti, quelli linguistici, molto velocemente, e' normale, mentre noi più… ahem, diciamo "maturi" spesso facciamo fatica a tenerci al passo.
    Dovro' abituarmi, in caso dovessi mai tornare in visita in Italia!

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  10. Mi e' arrivato anche questo commento anonimo, e siccome tutti i commenti anonimi, o quasi, sono spam, l'ho cancellato… per poi rendermi conto che necessitava una risposta. Ve lo copio:

    "certo che è interessante questo dibattito
    signora moky, visto che spandi merda sistematicamente sull'Italia e hai un marito al soldo dell'esercito americano, ti va di commentare qualcosa di più interessante che non sia l'utilizzo di parole inglesi in altri contesti che non siano quelli amerikani?
    dacci un parere, di grazia, dall'alto della tua posizione culturalmente privilegiata :)
    http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2014/05/05/ucraina-non-in-mio-nome/ "

    Cara anonima o caro anonimo, il fatto che mi metti il sorrisino alla fine del tuo commento che sembra voler essere sarcastico, ma in realtà e solo maleducato, non lo cambia, e' sempre maleducato, soprattutto perché non firmato. Infatti il post del blog che mi segnali si intitola "Ucraina, non in mio nome", e sicuramente non lo sarà visto che non ce lo dici (cia', ti metto un sorrisino anche io, così non ti accorgi che ti sto guardando dall'alto della mia posizione privilegiata :) )

    Io commento su quello che voglio, quello che trovo interessante IO, certamente non te, e la differenza tra me e te e' che io mi firmo, metto la mia foto e persino il mio email, tu invece ti nascondi dietro la falsa anonimita' di internet (e comunque sappi che l'anonimato in internet e' una bufala… so che sei di Vaprio d'Adda, che usi Tiscali e so anche il tuo indirizzo IP… non che mi interessi sapere chi tu sia come persona fisica, ma se proprio volessi lo potrei fare…).
    Non spando merda sistematicamente sull'Italia, ma forse una lettura superficiale fatta da una persona superficiale mi rendo conto che potrebbe sembrare così'. No, io descrivo la mia vita qui e la paragono con la mia vita in Italia e spesso nel paragone l'Italia non ne esce bene. Avessi tu passato più di 8 minuti e 32 secondi sul mio blog, forse te ne saresti anche resa conto.
    Poi volevo dirti che, pur apprezzando il tuo interesso per un mondo di pace, e immagino che anche tu sia vegan a questo punto proprio per questo motivo, sarebbe meglio non giudicare il lavoro di mio marito: ognuno fa quello che può per mantenere la famiglia, così come spero faccia anche tu.

    Detto questo, fammi sapere se qualcuno teneva una pistola puntata alla tua tempia mentre ti costringeva a leggere l'ultimo post del mio blog, perché in quel caso, ti mando l'esercito americano a salvarti.

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Sono passati 5 anni dal mio ultimo post. Settantadue mesi traboccanti di cambiamenti profondi, sociali e personali, cambiamenti cosi radical...