domenica 26 dicembre 2010

La terza EFFE: la famiglia.

Ah, la famiglia! Quasi un'interlocuzione a la Soprano, ma il mio tono (e la mia espressione, anche se non potete vederla) rispecchiano piu' delusione e confusione, che non un desiderio di eliminare e gettare in una colata di cemento fresco qualcuno (oddio, ogni tanto pero'...)

Quando dico "famiglia", mi riferisco a 3 gruppi distinti di persone: quella di mia provenienza, quella  di provenienza di J, acquisita via matrimonio, e quella "nostra' con lui creata.

La famiglia  di J e' stato il mio primo shock americo-culturale, provenendo dall'Italia di 17 anni fa, quando i divorzi erano ancora rari, le famiglie miste ancora di piu'... mi son trovata di fronte a parenti con diversi divorzi alle spalle, figli da 2 o piu' partner diversi, figliastri a destra e a manca... Ho sempre adorato i miei suoceri, per il loro modo "rilassato" di vivere, accettando situazioni a dir poco assurde, situazioni che loro, essendo di "vecchia scuola", ritenevano sicuramente "immorali", ma senza giudicare troppo...
L'altro lato della medaglia di questo atteggiamento aperto e' che, vista la mancanza di una certa disciplina (e in certi casi, di una bussola etico-morale), la maggior parte dei parenti (figli, nipoti, pronipoti)  ne ha approfittato largamente, continuando a fare gli stessi errori, sapendo che poi qualcuno li avrebbe "salvati", non una, ma tre, quattro... dieci volte.
Insomma, una situazione famigliare a conferma che ad essere troppo buoni si rischia di diventare coglioni.

La famiglia da cui provengo e', a sua volta, un grande esempio di assenza di comunicazione e di aspettative malguidate. Lo dico con un po' di invidia nei confronti di chi ha una relazione profonda o almeno onesta con le proprie sorelle e/o fratelli, cosa che manca a me: ho due sorelle e non ci si parla con nessuna, siamo come tre lati spezzati di un triangolo. Bella roba, vero? I miei, in mezzo, non so bene cosa pensino. Probabilmente che hanno cresciuto 3 teste di rapa. Si illudevano di aver cresciuto 3 persone oneste e  intelligenti, ma devono aver inavvertitamente sbagliato qualche ingrediente, si sono dimenticati qualche innaffiatura, perche' si ritrovano invece con tre persone che hanno difficolta'a comunicare con onesta' tra di loro, che agiscono come dei bulletti da quattro soldi (se non fai come dico, non ti parlo piu', o ti minaccio o ti sputtano), tre persone che invece di spalleggiarsi nell'affrontare le difficolta' della vita, hanno deciso di prendersi a spallate.
Quali siano i motivi alla base di questa disonesta', non e' facile e dirsi. Secondo la mia umilissima opinione, di base esiste una sorta di invidia, di competizione o, come si dice qui, di "one-upping", cioe' cercare di salire un gradino piu' in alto dell'altra, quasi per cercare la conferma che una e' piu' amata/importante/bella/ricca/di talento/etc. etc. dell'altra. Mettiamo poi in gioco la carta "jolly" rappresentata dalle altre persone che entrano a far parte dell'equazione (mariti, fidanzati, cognate, amici, etc.) e si capisce bene che, siccome forse non e' mai esistito un rapporto vero ed onesto tra di noi, l'opinione di un amico o di una cognata diventano piu' importante dell'opinione che abbiamo noi, l'una dell'altra.  Un momento, che mi gira la testa dalla confusione...
In favore di J, devo ammettere che lui mi ha sempre detto di non agire di impulso e di "take the highway" in pratica di non abbassarmi al comportamento di chi mi provoca. Lui, pur avendo un rapporto flebile se non inesistente con le sue sorelle e suo fratello, invoca sempre l'importanza della famiglia, quindi e' dispiaciuto quanto me nel vedere perire una relazione, seppur minima e a distanza, tra noi sorelle.
Come diceva il vecchio parroco della chiesettina di qui, una volta parlando dei propri famigliari "You don't have to like them. You have to love them". Non devono piacerti, devi amarli. 
Piu' facile a dirsi che a farsi pero', quando hai a che fare con persone che raramente si mettono in dubbio, che fanno fatica ad accettare le regole altrui e che difficilmente riconoscono di essere in torto. Ma tant'e'. Devo amarle nonostante non mi piaccia il modo in cui si comportano/si sono comportate, Sperando ovviamente, che anche loro agiscano nello stesso modo verso di me e che il rapporto che, nel bene e nel male, si e' creato nel corso degli anni, non sia stato solo un castello di carte.

Viste le premesse, tremo al pensiero che queste due situazioni possano ripetersi anche con i miei figli: partendo dal presupposto che spero non sia un comportamento ereditario, il mio desiderio e' di distribuire in modo equo, per quanto possibile, affetto ed attenzioni, sgridate e lodi, baci e sculacciate (virtuali, non vere, ne'!), e di non concentrarmi solo sulle qualita' dell'uno o sulle mancanze dell'altro (esempio di comportamento sbagliato da parte dei genitori: quando ero un'adolescente, i miei mi chiamavano "gufon face" prendendomi in giro, perche', dicevano, avevo sempre una faccia da gufo a casa. Fa niente che avevo occhiali, apparecchio etc, con cui convivere quotidianemente, quindi una faccia triste era anche il minimo... In retrospettiva, anche con tutte le buone intenzioni di farsi solo una risata alle spalle di un figlio, forse non e' esattamente il modo piu' effettivo per svilupparne l'autostima. Just sayin'...)

Non e' negoziabile, i miei figli devono rispettare noi genitori, gli insegnanti, i nonni e tutte le persone anziane, anche quelle che guidano a 20 miglia all'ora in autostrada,anche quando hanno regole diverse dalle nostre . Ma devono anche rispettarsi a vicenda. Stiamo infatti cercando di insegnargli a comunicare tra di loro, a dirsi se l'atteggiamento di uno interferisce con il "benessere" o le aspettative dell'altro. Cosa assolutamente non facile. Ma se c'e' una cosa che la mega-crisi che J ed io abbiamo attraversato qualche anno fa mi ha insegnato e' che una relazione che sembrerebbe finita puo' essere non solo riparata, ma anzi modificata e, utilizzando le spaccature e imperfezioni, si puo' costruirne una diversa e credo migliore. Cosi' anche nel mio ruolo di genitore, utilizzo le imperfezioni, gli "sbagli" miei e quelli di altri genitori, inclusi i miei e quelli di J, per essere una mamma migliore. Spero che i miei figli a loro volta, facciano lo stesso.

Tornando alle tre "EFFE" del Thanksgiving, sono grata di questa famiglia imperfetta, di questi quattro figli perfettamente imperfetti, di un marito imperfetto, di una relazione spesso imperfetta e tumultuosa, ma sempre in evoluzione, di una famiglia dove posso anche io essere imperfetta, e perdonata.

(Da notare come questo post mi ha portato dal Ringraziamento al Natale...)

3 commenti:

  1. è un post illuminante! probabilmente i tuoi vi accettano così come siete tutte e tre...ma chissà che gioia, se tornerete a comunicare tra di voi. Sarebbe bello! E ve lo auguro in un futuro non troppo lontano.

    Auguri a tutta la famiglia!

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  2. buona fortuna (l'avrai, l'avrai...) con la prova del 9 (i figli intendo) e buone feste!

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  3. Davanti alla mia casa italiana c'e' scritto in vernice "la famiglia ti uccide"! Piu' sintetico di cosi'... a parte scherzi, con la maturita' e gli anni di esperienza si sceglie e si discerne e alla fine la famiglia e' quell'insieme di persone consanguinee o meno che ci stanno molto vicino e che bene o male fanno parte della nostra vita, e non la vorremmo in nessun altro modo!

    Post meraviglioso, sempre un piacere leggerti. Baci e auguri

    Letizia

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