lunedì 5 dicembre 2011

La (mia) verita' di questo momento

E' arrivata la neve sulle Huachuca Mountains, segno sicuro che il Natale sta arrivando. L'albero e' stato preparato oggi, la vita (s)corre normale,  ma a me manca qualcosa, mi sento un po' vuota... aggiungo anche stanca, ma e' ridondante: e' infatti ben risaputo che quello e' il mio stato permanente da quando e' nata Violet!

Non te lo dice quasi nessuno, quando aspetti di diventare madre, e se te lo dicono non ci credi e pensi sia un'esagerazione, ma il momento in cui una donna diventa madre, la  vita cambia in moltissimi modi, piu' modi che una possa immaginarsi. In mille modi fantastici, certo, ma anche in altri, tenuti solitamente segreti, che di meraviglioso hanno poco. Per me, uno dei cambiamenti che mi e' stato piu' difficile tornare ad accettare con la nascita di Violet, e' stato la mancanza di tempo per me stessa: proprio quando i miei primi tre figli avevano cominciato ad essere un po' indipendenti, e avevo finalmente ricominciato, ogni tanto, a mettere me stessa in primo piano, (che belle le lezioni di stained glass, che bello scrivere sul blog con regolarita', camminare in montagna, depilarmi prima di assomigliare ad una gorilla... ), l'arrivo della Fagiolina mi ha risbattuto nel mio vecchio ruolo di perenne zombie con tempo riservato per me = 10 minuti, riservati di solito alla sera o notte per leggere quelle 2 paginette da un libro che finiro' con un tempismo da dislessica.
Essere madre e' bellissimo, essere madre pero' non mi basta piu', e mi mancano tanto le attivita' che mi fanno sentire realizzata, come ad esempio lo scrivere su questo blog e il leggere i blog che mi interessano. Mi manca avere un paio d'ore ininterrotte per attivita' anche stupide (patetiche, really) come ascoltare della musica dove il testo non coinvolga animali parlanti o la recitazione dell'alfabeto.
Mi manca il tempo per essere me. E' di sicuro colpa mia, dovrei ritagliarmi questi momenti, o pianificarli ma quelle rare volte che lo faccio, alla fine quasi non vale la pena, e pago le conseguenze con gli interessi. 

Quando una donna diventa madre, (per l'uomo non e' la stessa cosa perche' il suo stato, la sua identita', sia al lavoro che tra amici e in altri contesti sociali, viene modificato solo leggermente), la sua immagine cambia radicalmente, e  il mondo che la circonda sembra riconoscerla principalmente in connessione con la prole, e quello che sarebbe un valore aggiunto diventa la nostra essenza, cio' che ci definisce. La maternita' invece di essere un ruolo tra i tanti che assumiamo ogni giorno, anche se probabilmente uno dei piu' importanti, diventa il filtro principale attraverso cui veniamo osservate e valutate, tutto il resto e' un fortuito contorno. Diventare madre assolve la donna di ogni peccato, la puttana diventa santa e la lingerie sexy viene sostituita dal pigiamone di flanella, ma nel momento in cui ci liberiamo di qualsiasi macchia e di qualsiasi impressione esisteva di noi "pre-baby", diventiamo schiave di questa nuova identita' da Cornelia madre dei Gracchi...

Adoro i miei figli, e sarei pronta ad entrare in battaglia per proteggerli, in qualsiasi momento, ma mi sfinisce essere madre. Non c'e' pausa caffe' o ora di pranzo, o vacanza; questa e' una "professione" che non ti da mai requie e lo stress e' costante: quando sono piccoli, ogni tosse, ogni colamento di naso e' causa di preoccupazione. Poi crescono, e  se il lavoro "fisico" diminuisce, aumenta quello mentale, le preoccupazioni diventano proporzionatamente piu' grandi: avranno studiato, con chi sono, cosa fanno, che futuro avranno... e io che ho figli con eta' che spaziano dai 16 ai 2 anni, mi sento tirata in tutte le direzioni.. . e laddove so gia' per esperienza che la stanchezza fisica piano piano passera' e riusciro' un giorno a recuperare almeno una parte delle ore perse durante i primi 2 anni della loro vita, la stanchezza mentale e' indescrivibile. Per necessita', funziono sempre in modalita' "multi-tasking" (mi manca la classica scopa nel didietro...) e da anni non mi e' piu' possibile, e probabilmente non ci riuscirei, concentrarmi in un'attivita' per volta,  tutto mi pare sfuocato, mi dimentico cose che non dovrei, e la frustrazione aumenta. Non mi lamento, credetemi, perche' ho voluto (magari non proprio voluta... mi e' arrivata!) la bicicletta e ora  la pedalo, e  lo faccio (quasi) sempre al meglio delle mia capacita' fisiche e mentali. Mi sfogo perche' mi sembra di essere una delle poche voci nel coro di madri che ne parla, e solo a pensarlo mi sembra di essere un'eretica, figuriamoci ad esternarlo. Ci sono momenti che mi viene voglia di scappare, momenti in cui mi sento una prigioniera senza speranza di uscita: quando devo pulire l'ennesimo pannolino (ne avro' puliti un milione, tra tutti e 4...), quando guardo le montagne di bucato, sporco e pulito, che attende di essere lavato o messo negli armadi, montagne che non hanno mai fine,... quando finisco di lavare i piatti del pranzo, ed e' gia' ora di preparare la cena, quando mi dimentico dove ho nascosto l'Ipod per Natale di Emily e, cazzolina, non riesco a trovarlo e andra' a finire che dovro' comprarne un altro.... (true story, vorrei piangere...)

E' uno di quei momenti (vanno e vengono ciclicamente) in cui mi sento intrappolata e insoddisfatta, in cui metto in questione non solo me stessa e i miei successi/insuccessi, ma anche i miei obiettivi e il sentiero che ho scelto di percorrere, le mie scelte.

La ciliegina e' la mia relazione con il marito che, dopo la mega-crisi di qualche anno fa, devo ammettere funziona discretamente, tra alti e bassi, perche' e' comunque un rapporto di 18 anni, e li dimostra, nel bene e nel male.
Per me e' fondamentale parlarne, di solito con le amiche: voglio e devo parlarne, ne ho bisogno, perche' si impara e si cresce solo condividendo, aprendosi con gli altri. E mi da un fastidio incredibile sentire e leggere coppie di lunga annata che dichiarano (oh Facebook, certe cose dovrebbero essere filtrate automaticamente!), in connessione ad anniversari e compleanni l'uno dell'altra, di avere la moglie/marito migliori del mondo, sottintendendo una passione che, dai!, non ci credo che esista piu', suscitando  puntualmente un coro di "ooohh, aaah" che a meno che non sia diretto all'immagine di un bambino che gattona per la prima volta o a due micetti che giocano col gomitolo, mi fa, scusate, vomitare. Ci si ama, certo, anche tanto se vogliamo, ma in modo diverso, non con la cecita' causata dalla passione dei primi anni. Sono cinica e un tantino acida, ma quando due sono sposati o insieme da 20 anni o piu', e si comportano in situazioni sociali di qualsiasi tipo come 2 sedicenni alla seconda uscita, per me gatta ci cova. Si potrebbe argomentare che una coppia cosi' "lavora" sulla propria relazione, che "tengono il fuoco acceso",  che "mantengono la comunicazione aperta"...  sara' ma non credo alle esternazioni "smoochy-smooch" in una coppia di tanti anni, a me sembra una recita, se c'e' la sostanza, scriverla sui muri e' immaturo e un po' pacchiano. Sono io, lo so, ma di fronte a situazioni cosi' mi distanzio e mi chiudo.  Sono felice di aprirmi con amiche e persone che sono aperte con me: quando un'amica o conoscente mi dice che il marito e' uno straccamaroni e a volte vorrebbe strozzarlo o spedirlo su una nave per l'Antartica, la vorrei abbracciare perche' succede anche a me, e cosi' non mi sento sola, l'unica moglie ad avere istinti omicidi con regolarita'. Soprattutto tra donne, condividere le proprie difficolta' e' imperativo, perche' sia come madri che come mogli siamo state per secoli sotto lo scrutinio della societa', della chiesa, paragonate a personaggi letterari, a sante, miti e leggende impossibili da imitare, e quando una donna non riesce a stare alla pari con questa immagine idealistica di moglie e madre, e' necessario che sia lo standard cui viene tenuta ad essere rivelato come l'imperatore senza vestiti, tinvece di sottoporre la donna ad un processo sociale .. e' ora, per me, di dirsi la verita': che ogni tanto una madre vorrebbe andarsene su un'isola dei Caraibi per pochi giorni, da sola, o tuttalpiu' con quel collega di vent'anni fa che la faceva impazzire e chissa' com'e' ora... che una moglie ogni tanto vorrebbe scappare via per un weekend di margaritas, danze folli e passione con Colin Firth, per dimostrare a se stessa che, sotto sotto, e' sempre ancora e sempre la stessa (sexy goddess) di 20 anni fa!

10 commenti:

  1. moky, ti capisco. e io ne ho solo una!!
    la sensazione di vedere tutto sfuocato e' anche mia. come e' vera, come l'hai descritta bene!

    e pure io vorrei ascoltare la "mia" musica e non la "sua".

    e come e' vero che alle mamme non e' riconosciuto il dirito alla stanchezza, al riposo, allo svago, all'essere anche altro.

    baci
    vale

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  2. Io sto da 5 anni col mio lui, conviviamo, non abbiamo figli.
    Regolarmente, per quanto lo ami e sia ancora nella fase "amore amore ci ci ci" lo ODIO con una ferocia e una disperazione esagerata. Succede quando fa il pigro, quando mi dice "sono stancooo", quando ha delle responsabilità e fa lo gnorri.
    Ho sognato di dargli un bel calcione e di sentirmi molto meglio, e certe volte quando ho un diavolo per capello medit di gettare i suoi vestiti dalla finestra.
    Questo non toglie nulla all'affetto, all'amore e alla stima che ho di lui. E' solo che è normale che sia così, e ogni volta penso alla mia amica S, madre di due bimbi, che mi ha insegnato una Grande Verità:
    "I mariti sono come i cani e i bambini, e vanno educati".
    Amen.

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  3. Scrivere su un blog è terapeutico...

    ---Alex

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  4. Amen!

    E comunque io ad aprile scorso me ne sono andata per 9 giorni con un'amica (amica femmina giuro!) in Jamaica e ho lasciato figlia e marito soli a casa. E conto di rifare l'esperienza quanto prima (casomai in un'altra isola caraibica)
    Ogni tanto bisogna staccare altrimenti si impazzisce.

    Dora

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  5. che bel post, scrivi da dio Moky! Io sposata da 15 anni (!) e senza figli posso dire che a volte ho le stesse stanchezze, perche' comunque le donne si occupano dei familiari suocere cognati amici vita sociale etc... oltre a lavoro e casa! E poi, tutti dicono, tu sei senza figli, e quindi organizza fai tu! Per quanto riguarda il marito, anche se la luna di miele e' finita da un pezzo, non mi sembra mai di non sopportarlo, pero' forse senza figli i motivi di attrito sono meno? A presto, fatti viva Letizia

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  6. p.s. se e quando vorrai andare ai caraibi io ci sono, adoro le margheritas!

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  7. bel post! come sempre!
    è un piacere leggerti.
    chiara

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  8. Moky, innanzitutto mi candido per un viaggetto ai Caraibi...ricordatene!
    Io vivo la stessa situazione di frustrante mancanza di tempo e di assillo quotidiano a causa del lavoro ingrato. Corro come una pazza per timbrare il badge in tempo, per arrivare in tempo al supermercato prima che chiuda, per sistemare la casa perchè non voglio più spendere soldi in colf che puliscono peggio di me.
    Certo, avere i pensieri dei figli non è come avere quelli del lavoro ma, credimi, quel senso di stanchezza e voglia di scappare è lo stesso! Ti abbraccio

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  9. @Valeria: una volta che diventi madre, possiamo solo essere felici, soddisfatte, piene d'amore, sempre disponibili... e clo siamo anche, ma sarebbe bello qualche volta poter essere stanche, stufe d'essere toccate e chiamate costantemente, nervose, incazzate, ribelli...

    @Zion: e' vero, anche se secondo me, l'arrivo dei figli peggiora la situazione, perche' ogni persona nuova nell'equazione la cambia e ci cambia, e solitamente NON in meglio... bella quella di buttare i vestiti dalla finestra, anche solo in pensiero... io di solito penso solo di scappare!! Piccola correzione alla frase della tua amica: I bambini vanno educati, i cani e i mariti vanno addestrati!!

    @Alex: sante parole! Questo blog e' la mia versione - gratis - di un'analista...

    @Polideuce: grazie!!

    @Dora: tu sei molto piu' avanti di me!! Io mi accontenterei di un weekend da sola in un bed&breakfast locale... ora mi devo organizzare!!

    @Letizia: grazie, mi fai arrossire... comunque hai ragionissima: i figli aggiungono TANTI motivi di attrito, anche se ogni coppia ha delle dinamiche diverse. Hai ragione anche quando dici che noi donne abbiamo il peso del mondo (magari solo della famiglia, ma basta) sulle spalle... l'uomo in genere se ne sbatte, una volta che finisce il lavoro e le altre sue responsabilita' da cui non puo' scappare sono state assolte, si sente LIBERO e se la gode, mentre noi a preoccuparci... Dammi ancora qualche annetto, poi una capatina ai caraibi magari ce la facciamo... per ora se mi ospiti per un weekend, sarei felice!!

    @Chiara: grazie anche a te e un abbraccione!! Goditi tua sorella!! :)

    @Titti: sono d'accordo. Viviamo in un'epoca dove il "take it easy" diventa un obiettivo lontano e difficile da ottenere... ma dobbiamo provarci!! :)

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